1. Notte in chat


    Data: 04/07/2020, Categorie: Masturbazione Autore: Phoenix93, Fonte: EroticiRacconti

    Certi pensieri possono farsi strada nella testa solo in determinate circostanze. Guai a cadere in quella combinazione fatale di sensazioni, eventi, stati d’animo che ti portano inevitabilmente, rovinosamente, alla deriva. La mia combinazione fatale era fatta di solitudine e noia, principalmente. Ma anche di desiderio, di voglia. Voglia di cosa direte. Di qualsiasi cosa. Di vita. Di calore sulla pelle. Avevo giurato a me stessa che non avrei mai più messo piede in quella chat. Eppure, alle due di notte, la fermezza a quanto pare viene meno. Soprattutto in una notte così calda e asfissiante. Dove dormire è impossibile. Ragionare è impossibile. “Scegli un nickname”. La luce azzurrina del computer è l’unica fonte di luce nella stanza. Ragiono un attimo, seduta a gambe incrociate sul letto. Digito finalmente il mio vecchio nick, sperando sia ancora valido. “Phoenix93”. Sono dentro. Controllo che la webcam funzioni e che il microfono sia spento. Eccomi, mi vedo riflessa nel piccolo schermo in basso a sinistra. 169 utenti collegati, dei quali più di un centinaio sono uomini. Una sfilza di notifiche, decine di messaggi in arrivo. Declino tutti, scoraggiata da imbarazzanti nickname e da profili poco rassicuranti. Passo venti minuti a barcamenarmi tra esemplari sconcertanti di maschi arrapati della peggior specie. Una vocina mi sussurra: cosa ti aspettavi dolcezza? La maledico in silenzio, mi maledico ad alta voce. "Vaffanculo!" Mormoro tra me e me, e faccio per chiudere tutto. Ma ...
    ... ecco una notifica. La guardo, svogliatamente. E' da parte di “Disintegration89”. Mi piace, amo i The Cure e spero che il nick sia dovuto al loro album. Ho una sensazione positiva e apro la conversazione. La schermata bianca inizialmente mi acceca, ma cerco di concentrarmi per vedere l’immagine dello sconosciuto, in alto a sinistra. Vedo solo una bocca, non molto carnosa, contornata da una corta e ispida barba nera. Anche il mento è ricoperto di barba. Possono intravedere una mascella squadrata e degli zigomi alti e sporgenti. Niente altro. Non dice nulla, non scrive, e non parla. Lo vedo solo portarsi alla bocca, di tanto in tanto, una sigaretta quasi finita. Sembra giovane, ma non saprei immaginare un’età precisa. Ha un piccolo tatuaggio sul dito indice, un simbolo che non conosco. Mi intimidisce, non capisco perché. Il suo silenzio mi imbarazza. Deglutisco e scrivo. “Ciao”. Con la sigaretta tra le labbra inizia a digitare. "Ciao, Phoneix". Non so cosa dire. Non so perché cerco di immaginare la sua voce. Nella mia testa è roca ma profonda. Mi mordo istintivamente il labbro. Inizio a digitare, non so bene che cosa, quando lui mi precede. "Hai una bella bocca". "Grazie". Rispondo banalmente. "Perché sei qui?" La sua domanda secca mi coglie impreparata, quando compare sullo schermo bianco. Mentre io continuo a non sapere cosa dire. Non lo so! Penso tra me e me. Ma scrivo altro. "Voglio che succeda qualcosa. Qualcosa che io possa poi tranquillamente dimenticare domani. Ma che in ...
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