1. Notte in chat


    Data: 04/07/2020, Categorie: Masturbazione Autore: Phoenix93, Fonte: EroticiRacconti

    ... questo momento mi faccia provare qualcosa". "Qualcosa, qualcosa... Qualcosa ma non sai cosa". Risponde lui. Lo vedo sorridere, forse ride di me? Deglutisco. Aspetto che scriva ancora. E altre parole non tardano a comparire sullo schermo. "Fai quello che vuoi. Non ti chiedo nulla, non pretendo nulla. Se non osservarti". Quanto vorrei che fosse lui a dirmi cosa fare. Vorrei farmi guidare. Non so se essere lieta di aver trovato una persona che non mi chieda cose tipo: che mutandine porti? O essere seccata per la mancanza di iniziativa. Ma non posso negare che quel suo essere enigmatico mi intrighi. Alla mia nuova esitazione altre sue parole compaiono sullo schermo. "Apri il microfono, fai parlare me. Ma prima spogliati. Non devi inquadrarti se non vuoi. In quel caso mi basta vedere il tuo viso". Annuisco, senza scrivere ancora. Attacco le cuffiette al pc e apro il microfono. Faccio in modo che lui veda solo il mio viso, mentre mi libero del tanga e della sottoveste. Sono nuda, scrivo. Mi porto le cuffiette alle orecchie. Sentire la sua voce mi fa trasalire. Era esattamente come l’avevo immaginata. "Ciao Phoneix". Come all’inizio della conversazione. Un brivido mi corre lungo la schiena. E, dato il caldo insopportabile, non è certo per il freddo. Mi sdraio sul letto, appoggiando il pc sulla pancia. Istintivamente, divarico le gambe e alzo le ginocchia. "Dimmi come sono i tuoi capezzoli in questo momento". Mi guardo istintivamente il seno. La sua voce mi fa un certo effetto. ...
    ... Quell’effetto lì. Sono turgidi, scrivo. Ed è la verità. La sua voce, invece, è ferma e tranquilla. "Succhiati le dita, bagnale bene con la saliva. Leccale. Passatele tra quelle meravigliose labbra. E poi, con le dita umide, stringi forte i capezzoli. Tirali, torcili". Eseguo i suoi ordini, in trance. Mi succhio le dita, socchiudendo gli occhi. Immagino di avere un cazzo in bocca, simulando un pompino. Le insalivo e le bagno copiosamente, mugugnando. Sempre con gli occhi chiusi, le mie dita scendono verso il seno, raggiungendo i capezzoli duri e gonfi. Mi rendo conto di averli strizzati tanto forte da sentire dolore, ma edulcorato da un piacere crescente, dolce, caldo, che sento provenire dal ventre. Istintivamente abbasso lo schermo del pc, indirizzando l’occhio della webcam verso i seni, che continuo a massaggiare e spremere, per poi sempre tornare alla dolce tortura ai capezzoli. "Hai delle tettine superbe". Lo sento dire, con voce roca. Sento le sue continue boccate di fumo. "Adesso voglio che con gli occhi sempre ben chiusi ti metta il computer tra le gambe. Allargale bene e fammi vedere com’è la tua fica". Obbedisco, ormai partita per la tangente. Faccio come dice e allargo le cosce. "Non ti toccare". Ordina, severo. "Ascoltami e basta". Le sue parole mi mandano fuori controllo. Cerco di non toccarmi, ma sento che è ormai un bisogno impellente. Cerco di chiudere e sfregare le gambe per poter sentire qualcosa. "Ferma". Il suo comando, la sua voce, è perentoria. E obbedisco ...