1. Le fantasie erotiche del supplente


    Data: 12/07/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: lucreziaborja, Fonte: Annunci69

    Il professore inforcò gli occhiali con l'indice, lasciando che il dito scivolasse poi più su, fino a grattare la fronte col polpastrello. Il compito che doveva correggere non era certo un capolavoro della saggistica moderna, tuttavia lo lesse per ben tre volte, senza mai segnare nemmeno uno dei numerosi errori che la ragazza aveva compiuto. Lasciava che questi errori scivolassero via, li ignorava, notando invece qualcosa di più bello: la rotondità e sensualità di certe parole.
    
    «Napoleone» - lesse sottovoce. Le labbra asciutte. Secche.
    
    Poi bevve un sorso di tè tanto bollente da appannargli gli occhiali. Il suo respiro rimase sospeso fino a quando il vapore non permise alla parola di ricomporsi tra gli spazi opachi delle lenti. Così poté leggere di nuovo: «Napoleone»
    
    «Napoleone»
    
    «Napoleone»
    
    «Napoleone»
    
    La rotondità delle โ€œoโ€ e della โ€œpโ€ lo facevano sudare, portandolo ad immaginare altri tipi di curve mentre il tratto della penna, blu, di un gel quasi luminescente, gli delineava i contorni di una frivola e civettuola adolescente.
    
    Nonostante il nome scritto in bellissima calligrafia sulla colonnina bianca del foglio protocollo, non sapeva di chi fosse quel compito. Era stato in quella classe solo un giorno e, disorientato da un incarico capitatogli quasi per caso, aveva comandato ai ragazzi un saggio a piacere su un personaggio storico in programma quell'anno.
    
    Questa ragazza qui aveva scelto Napoleone e la cosa non denotava di certo originalità. Il ...
    ... testo, poi, era un minestrone raffazzonato tra il libro in dotazione alle classi quarte ed un sito internet cercato a caso su google, ma il modo in cui quei rattoppi erano stati ricopiati e congiunti poi da quelle locuzioni ricercate, arcaiche, messe un po' a sbandierare una cultura spessa come la facciata di una giostra da lunapark lo mandavano letteralmente ko.
    
    «Illo tempore il generale...»
    
    e intanto pensava a delle cosce piene, tonde come quelle โ€œoโ€.
    
    «invero Napoleone fù...»
    
    e sopportava l'errore di quell'accento come si sopporta la stupidità di un'amante passeggera.
    
    «ordunque nella fattispecie le mie conclusioni sono queste.»
    
    ed immaginava, invece, ben altre conclusioni.
    
    Si passò una mano tra i capelli, reclinando la sedia indietro di qualche grado, quasi a sfidare la gravità.
    
    La stanza era buia, illuminata solo dal computer e da un lume da tavolo caldo e poco invadente.
    
    «Giulia»
    
    Leggeva il nome come fosse quello di Beatrice.
    
    «Giulia come avrà la pancia?» Pensava «E l'inarcatura della schiena?» Se la immaginò botticelliana, senza particolari sbalzi, con un seno a forma di โ€œvโ€ non ancora del tutto sviluppato e la pancia morbida. Il capezzolo doveva essere sporgente come un bottone, formando un tutt'uno con l'areola. Si immaginò la sua mano, ruvida, ossuta, pelosa, enorme rispetto a quel petto imberbe e così poco accennato, entrare nella camicetta e schiacciare come un caco maturo il seno dolorante. Si figurò un famelico predatore, nell'atto di ...
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