La strana voglia
Data: 26/07/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autoerotismo
Autore: MASTER84, Fonte: RaccontiMilu
... talmente tanto di vederlo che alla fine fu quasi come vederlo realmente. Più aumentava il mio senso di disagio e di paura (tanto il topo di fatto non c'era), maggiore era la mia eccitazione.Cominciai a rimpiangere di non avere avuto una corda da passarmi fra le gambe: se l'avessi avuta sarebbe stata una delizia farsi stimolare da quei movimenti che stavo compiendo. Feci assurdi progetti per giochi futuri: avrei adoperato una corda fra le gambe; oppure avrei trovato qualcosa da infilarmi nel corpo e sopportare quella dolce tortura; oppure, ancora, avrei potuto mettere il cutter più a portata di mano, in modo da potermi legare alla sedia ancora più saldamente.Ma stava trascorrendo troppo tempo: decisi che era il momento di sciogliermi, farmi una doccia ed infine cercare di soddisfarmi. Ero eccitatissima, oltre ogni misura.Mi alzai quindi in piedi, cautamente. Adesso avrei dovuto saltellare fino alla porta, aprirla, recuperare il cutter e tranciare la fune. Dopo i primi due salterelli mi resi conto di quanto ero stata stupida: saltare a piedi uniti con le scarpe da tennis slacciate ai piedi non era facile come sembrava. La cosa mi fece innervosire e decisi di accelerare i tempi, pur facendo attenzione a saltellare senza cadere.Ero al quarto salto quando la luce si spense all'improvviso.Il locale piombò in una oscurità densa come il catrame, ed io mi ritrovai con il cuore in gola, legata e imbavagliata dentro la mia cantina, al buio più completo.* * *Il mio cuore fece una vera e ...
... propria capriola nel petto, e sentì i capelli dietro la nuca rizzarsi freddi ed irti. Era andata via la corrente, Dio santo! Era andata via la corrente mentre ero legata in cantina! Cominciai a sudare freddo sentendomi nella merda, più o meno come mi ero sentita quella volta che da piccola mi ritrovai i polsi bloccati dentro le spire del cavo telefonico. Non avevo preso in considerazione quella sia pur remota eventualità.Me ne stetti un paio di minuti buoni, in attesa silenziosa. Ero terrorizzata dalla situazione, sola in una cantina completamente buia. Non filtrava neppure la luce dall'esterno e questo voleva dire che ero rimasta legata più tempo di quanto avessi calcolato, perché era scesa la sera. Dovevano essere le otto, più o meno.Al piano di sopra sentii i ragazzi che cominciavano a muoversi cautamente per la casa, parlando fra loro. Non capivo quello che dicevano, ma probabilmente imprecavano. Mi resi conto che avrei dovuto vedere se non altro una pallida luce provenire dall'illuminazione stradale attraverso la stretta feritoia che dava sul giardino in fondo al corridoio: questo significava che la corrente era mancata a tutto il quartiere, che non era semplicemente scattato il contatore di casa nostra. Quindi la corrente non sarebbe stata ripristinata a breve.Il cutter era fuori portata. Non sarebbe stato facile raggiungerlo con la luce, saltellando e aprendo la porta. Figurarsi al buio. Ero bloccata nel bel mezzo del corridoio, con la mia sedia alle spalle e la porta ...