Il segreto della biblioteca. La rivelazione. Il bastone e la carota. Il sogno.
Data: 30/11/2017,
Categorie:
pulp,
Autore: Tibet, Fonte: EroticiRacconti
... è come voler contrastare uno tsunami con un sacco di sabbia. Lentamente l’odio sfuma… sparisce, ne rimane solo una parvenza. E’ Sole che mi parla… -Non assumere questo atteggiamento negativo, Victor. Ti seguiamo da quando sei nato e molte delle donne che hai avuto, che hai anche amato e che ti hanno amato, erano delle nostre sorelle, ti hanno controllato e hanno influito nella tua crescita, nel tuo divenire, essere il predestinato è una fortuna non una disgrazia.- Chi? Quali delle donne che ho incontrato? Quali? Mi interrogo nella memoria. So che dice la verità… -Guardati…- Guardarmi? Sono eccitato! Va bene… lo so che ci riuscite in questo, ho il cazzo duro e voglia di fottere, lo so. Siete brave in questo. -Pensa Victor… immagina quanto noi arriviamo lontano per programmare la nostra vita. Mistral ha iniziato a collezionare libri pornografici in funzione tua. Era un modo per interessarti. Lui naturalmente non lo sapeva. Ora vogliamo che tu ci dia il tuo seme. Che tu ce lo dia in un arco di tempo che durerà anni. Invecchierai con noi. Sposerai secondo i nostri riti Rula e Anais e le feconderai. E vivrai felice e ricco, avrai successo come scrittore e avrai mille e mille donne. Mille e mille piaceri. Non rifiutarti… accetta la cosa con gioia- Riprendo la cinghia e la rimetto. Ho voglia… voglia di scopare. Di godere… di fottere… di mettere il cazzo dappertutto… sono consapevole che sono loro a causarla ma non cambia la cosa. -Seguici… voglio farti vedere l’alternativa qualora ...
... tu non collaborassi pienamente…- Il bastone e la carota? Raggiungiamo l’atrio. Io dietro loro e qui prendiamo la porta che so, per intuito, va in cantina. Una ripida rampa di scale e ci siamo. File e file di scaffali con bottiglie di vino. Sono lì da anni, da decenni… coperte di polvere. Poi nel lato più lontano una gabbia… Sbarre fitte che vanno dal soffitto al pavimento, una porta in ferro. Una misera lampada che l’illumina. -Entraci Victor…- Ci entro… -Vuoi che diventi la tua casa per gli anni a venire? Comunque avremo quello che desideriamo, che tu sia compartecipe o no. Tu feconderai Rula e Anais…- Sento le voci di Rula e Anais… -Vogliamo che tu sia il nostro uomo. Lo vogliamo a prescindere dal fatto che ci ingraviderai… accettaci…- Il ribelle assoluto che vive dentro me, quello che non vorrebbe assoggettarsi a regole e imposizioni, vorrebbe reagire e anche restarci in questa maledetta gabbia… morirci dentro e non arrendersi mai, ma il raziocinio mi consiglia di tenerla nascosta questa mia ribellione, tenerla dissimulata nell'angolo più remoto e inaccessibile del mio cervello. Devo accettare… fingere… Devo imparare a dominare la tensione nervosa che mi fa tremare di rabbia. Il risentimento verso di loro ribolle minacciando di traboccare in azioni violente. Per fortuna sento nascere una serie di idee che si legano insieme in una catena logica. Sento sotto la pelle il flusso impazzito del sangue. Sento che troverò il modo di contrastarle. Lo sento allo stesso modo che la ...