1. L'anziana signora


    Data: 29/07/2020, Categorie: Etero Autore: Asseffect, Fonte: Annunci69

    Ormai è da un po’ che mi sta fissando. Sono salito sul bus al capolinea, poche fermate dopo è salita anche lei. Una signora anziana, sarà sulla sessantina, fa molto nonna. Ben tenuta, i capelli curati, grigi coi boccoli, un sorriso dolce, con un cappotto che ne nasconde le forme. Sento lo sguardo insistente su di me, prima sul petto, poi sul pacco, vede che la sto guardando e mi lancia un sorrisetto complice, e torna a guardare la strada.
    
    Arrivati al capolinea mi dirigo verso la macchina, e vedo che mi segue. Apro la portiera, poso lo zaino e le chiedo se abbia bisogno di qualcosa. Mi dice che è del paesino più avanti, e, visto il caldo e la distanza, non tanta ad onor del vero, ma alla sua eta faceva fatica, mi chiede un passaggio. Intuisco cosa stia cercando di ottenere, ma non forzo nulla.
    
    Le apro la portiera, salgo dal lato del guidatore e metto in moto. Arriviamo al primo incrocio e inizia a parlarmi di come abbia perso il marito da alcuni anni, di come si senta sola e di come io le ricordo lui.
    
    “L’avevo conosciuto quando ancora eravamo giovani al lago” mi racconta, “veramente un bell’uomo. All’epoca ero giovane, avevo un bel corpo.
    
    Abbiamo fatto il bagno insieme, ci siamo piaciuti subito a vicenda, e glielo avevo fatto capire. C’è voluto poco, la sera stessa siamo andati a fare un bagno di mezzanotte in riva al lago, e da quella serata in cui mi ha preso in acqua ci siamo innamorati e non ci siamo più lasciati fino a quando…”
    
    “Perché mi sta raccontando ...
    ... questo, signora?” le chiedo. “Perché negli ultimi anni, a causa di una disfunzione erettile non era più in grado di soddisfarmi, e avevamo iniziato ad invitare giovani a fare l’amore da noi. Ho smesso da quando è morto, ma tu mi ricordi molto lui. La mia porta sarà sempre aperta, se mai vorrai” mi dice, e avvicina una mano alla patta dei jeans.
    
    La mia reazione non si fa attendere, e subito divento duro come il marmo: “Immagino che la sua porta non sia l’unica cosa aperta, o sbaglio?” le chiedo. Con un risolino mi sbottona i pantaloni, e tira fuori il cazzo. Comincia una lenta sega: “Dovrai verificare tu, se sono aperta abbastanza o no”
    
    Arrivati a casa sua saliamo le scale. Un appartamento semplice, arredamento spartano. Appena chiudo la porta alle spalle si gira e mi infila la lingua in bocca. Carnosa e viscida inizia a mulinarla, e per tutta risposta io le slaccio la giacca che cade a terra. Il vestito rivela due tette grosse e morbide. Lasciando la sua bocca la giro, calo la cerniera e la svesto, resta in mutandine e reggiseno. Ora è il suo turno, mi toglie la felpa, la maglietta, mi accarezza il petto. Poi i pantaloni e le mutande, scoprendo il mio cazzo, già scapellato e lucido. La corico sul divano, le sfilo le mutande, apro le gambe e rivelo una figa stupenda, delicata e depilata. Avvicino le labbra e inizio a leccarla, infilo la lingua fino in fondo. Una mano mi prende la nuca, poi due. In un gemito di piacere inizia a scoparsi con la mia lingua, poi mi porta al ...
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