1. Piacevoli Conversazioni.


    Data: 01/08/2020, Categorie: Etero Autore: uomovento, Fonte: EroticiRacconti

    ... ricordava il motivo. Si vergognava perchè l'uomo conosceva la sua initmità, lo aveva trattato con muro di scostante superbia ed egli lo aveva abilmente scavalcato, era stata sfidata e trattata come una cavalla in calore e proprio come una cavalla smaniosa aveva aperto le gambe e la bocca. Il membro dell'uomo usciva ed entrava tra le labbra e per scacciare la vergogna la giovane chiuse gli occhi e strinse più che potè. L'uomo si alzò continuando a premerle la carne venosa in bocca, lei seguiva con la testa i movimenti, con gli occhi serrati e la bocca aperta, le labbra aderenti all'asta. Non sapeva se smettere e imporsi, ricomporsi e fuggire via o se rimanere la a subire la passione e l'abuso dell'uomo che l'aveva offesa. La pallina d'avorio ricomparve. Le mani forti dell'Economo raggiunsero il deretano e con un dito questi cominciò ad entrare ed uscire dal buco. Le mani di lei si raccolsero sotto alla minchia e il movimento da passivo e accomodante di prima, si fece attivo e metodico. Succhiava serrando per bene le labbra, si staccava dal membro per respirare e godere della vista della venatura, tornava ad accoglierlo in bocca e inghiottiva la saliva per risputarla e spargerla con le dita. L'uomo infilò la pallina d'avorio nel retto, la conficcò in profondità con l'indice. La donna si irrigidì e si staccò dal nervo caldo, inarcò la schiena e si oppose con parole sconnesse e insicure, la sua non era una ferma opposizione ma una supplica. La vergogna tornò perchè ancora una ...
    ... volta si accorse di essere indifesa, non dagli assalti di lui ma contro la propria arrendevolezza, voleva imporsi un contegno e non riusciva a metterlo in pratica. L'uomo le bloccò il polso prima che lei potesse dire o fare qualcosa, fermò il pompino che stava ricevendo e le sollevò la testa. La guardava come si guarda un animaletto sudato e tromolante che sta in un angolo. Questo era lei, sudata e tremante di desiderio e di vergogna, piegata e prostrata su una scrivania, con una biglia di avorio infilata nel posteriore e desiderosa di essere forzata e battuta, schiacciata e travolta, scopata e abusata. Lei ricambiava lo sguardo. Uno sguardo di supplica. Voleva essere lasciata in pace, voleva che l'uomo non fosse stato testimone della sua remissività, voleva che la vergogna la lasciasse libera di alzarsi e andarsene ma di fronte al desiderio la vergogna sebbene urlante e palese diventava insignificante e la faceva restare in attesa, sottomessa e ubbidiente. Il viso era rosso e acceso per l'attività, gli occhi erano più grandi del solito, aperti e luminosi, vagavano nello sguardo di lui, senza convinzione, senza accuse, senza appigli, contraddizioni e certezze. La nobildonna era immobilizzata nella volontà ed era impossibile non percepire la collera che divampava nello sguardo, con totale remissività, distolse lo sguardo e abbassò gli occhi. "Così va meglio" disse l'uomo e girò intorno alla scrivania. Una volta dietro accarezzò le sue natiche da sotto gli abiti. Sfregò la punta ...
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