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Il venditore ambulante 2 - il viaggio di ritorno- xiii
Data: 03/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Soundserio
... subito”- scivolando nell’interno coscia –“Ahaha dai Gabri sto alla guida, non stuzzicarmi”- , -“Secondo me lui vuole essere stuzzicato”- salendo verso l’inguine –“No meglio di no, non mi va, voglio essere serio con Erika”- , -“Sicuro? Perché lui dice il contrario”- afferrai il pacco con la mano sinistra –“No dai, Gabri sto guidando”-. Il pacco era durissimo ed eccitato dentro il pantalone, non fermai la palpata nonostante le sue richieste di smettere. –“Se fermo l’auto ti pesto”- disse stizzito –“Provaci”- dissi io, tanto era impossibile stavamo dentro lo scorrimento veloce. Iniziai a sbottonare il pantalone e lui si dimenava cercando di bloccarmi, ma riuscii ad afferrare il suo uccello e lo tirai fuori. Che splendore di cazzo. Grosso e durissimo stava dritto tra le sue gambe –“Ti odio”- disse lui –“Odiami pure, ma ora amami”- dissi piegando la testa tra le sue gambe affondandolo in gola. –“Ohmm cazzo, ma sei impazzito? Sto guidando”- esclamò dopo una breve sbandata, ma io non gli detti retta –“Mmmmh che bel cazzo che hai”- mentre salivo e scendevo slinguando la sua cappella. –“Sei una puttana”- mentre continuava a guidare con la mia lingua sul glande. Ciucciavo con ardore il suo palo finché sentii l’auto accostare, eravamo arrivati all’ingresso della città, accostò in un piazzale di sosta –“Vuoi succhiarmi il cazzo? Allora fallo bene”- disse lasciando il volante e spingendo sulla nuca con le mani verso il cazzo. Lo ingoia fino ai ...
... coglioni –“Cosi brava, ciuccialo tutto”-. Mugolavo di piacere come una donna in calore, amavo il sapore del suo cazzo e il suo essere cosi duro e forte. –“Cosi sii, cosii”- più diceva porcate incitandomi e più mi infoiavo su quel palo davvero duro. –“Guarda quanto ti piace il cazzo troia”- continuava a dirmi portandomi su e giù con velocità lungo la sua verga. –“Sei una puttana”- , -“Siii”- rispondevo disinibito. –“Ora ingoiai tutto”- ordinò spingendo a fondo la mia testa e proiettandomi tre schizzi in gola. –“Aaah si cosi, brava”- continuava ad ansimare su quel sedile. Ingoiai tutto e lo ripulii alla perfezione. Si sistemò il pantalone e mi accompagnò a casa. I saluti furono un po’ freddi, ma fu normale. Quando entrai in camera, dopo aver sciacquato la faccia e recuperato dell’acqua dal frigo, accesi il telefono e scrissi un sms: -“Questo sarà il nostro segreto, tutte le volte che hai bisogno mandami un messaggino, ormai sai che mi piace farlo”-. Prima di poggiare il cellulare sul comodino squillò. Iniziarono ad arrivare i messaggi della serata mentre stava spento, due messaggi. Aprii e vidi che era Edoardo: -“Ei ciao come va? Qui tutti dormono, io non ho sonno e ti pensavo, tutto bene il viaggio?”-. Il secondo di qualche mezzora dopo: –“Mi spiace che ce l’hai su con me. Possiamo vederci a parlare appena rientri in città?”- . Non risposi, volevo farlo soffrire ancora un po’. Poggiai il telefono e mi girai dall’altra parte sotto le lenzuola. .