Il giorno del mio matrimonio
Data: 07/09/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: benves, Fonte: Annunci69
... lasciato.
Dopo poco, arrivano.
Il tutto, è durato appena una decina di minuti.
Emilio appare un po’ imbarazzato, Francesca mi dice che hanno fatto ottime foto; che certamente mi piaceranno, allorché le vedrò.
Sono, al tempo stesso, esterrefatto ed eccitatissimo.
Mi riavvio verso l’auto, con lei mano nella mano.
Nessuno dei due fa riferimento a quanto ho visto.
Mentre l’auto percorre la strada statale, fiancheggiata da campagne, mia moglie mi borbotta qualcosa all’orecchio.
Mi dice di avvisare Carlo che devo sistemare una questione, di cui già avevamo parlato: Francesca aveva un nonno, a cui era molto affezionata, scomparso qualche anno prima. Costui possedeva un casolare isolato in campagna. Lei aveva promesso che, il giorno delle nozze, avrebbe portato in questo casale un mazzo di fiori, come per rendere l’avo partecipe dell’evento. Così, mi prega di svolgere io quell’incombenza : afferma, infatti, che gli abiti nuziali sono per lei troppo ingombranti, per districarsi fra ruderi e vegetazione.
A voce alta, cosicché anche Carlo sente, mi fa una precisazione: “Ci vorrà almeno un quarto d’ora, vero, per compiere l’operazione?”
Io, senza ben comprendere il perché di questa affermazione, le dico di sì. “Non ritornerai, prima di un quarto d’ora, vero?”, ribadisce; e io, anche se non capisco, confermo.
Allora lei si rivolge a Carlo: “Non ti dispiace, vero, se restiamo un po’ soli in auto, ad attendere che mio marito assolva questo ...
... compito?”
L’anziano autista rassicura di non avere alcun problema.
Raggiunto il luogo, l’auto parcheggia in un punto molto appartato, presso il casolare abbandonato. Io scendo e vado dentro.
Trovo subito il luogo destinato ai fiori, e ve li lascio.
Istintivamente, mi domando perché Francesca ha voluto precisare per questa operazione un termine di tempo che, in realtà, si è rivelato ben diverso dal necessario.
Ma proprio in quel momento, un nuovo sms, mi avverte: “Non farti vedere finché non abbiamo finito”.
Mi chiedo il significato esatto della frase; poi, ritornando alla macchina, comprendo tutto. Riavvicinandomi, vedo l’auto con lo sportello aperto, Francesca inginocchiata sul sedile accanto a quello di guida.
Carlo è in piedi, fuori dall’abitacolo.
Guardo meglio: le ha calato le mutandine fin sotto le ginocchia; il culo di mia moglie è nudo, proteso verso l’esterno, e l’anziano lo sta leccando e baciando.
A me, il di dietro, lei non l’ha mai voluto dare.
Come diavolo avrà fatto, così rapidamente, a sedurre quest’uomo fino a tale estremo?
Comprendo qual’è il gioco: non devo manifestarmi, rovinerei tutto.
Così, mi nascondo a osservare, dietro un muretto del casale, dove Carlo non si accorge di me.
In breve tempo finisce la leccata: lo vedo calarsi i pantaloni, quindi avvicina il pene al buchetto posteriore di mia moglie.
Poi, spinge dentro con forza.
La vedo contrarsi, come colpita da dolore.
Allora, l’uomo comincia a stantuffare avanti e ...