1. Tutto in una notte.


    Data: 05/12/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: reninytxis, Fonte: Annunci69

    Era piccolo, minuto e se non fosse per la barba che radeva ogni tre o quattro giorni chiunque lo avrebbe preso per un ragazzino. È successo a me.
    
    Alla festa tutti erano sconosciuti a tutti, praticamente. È una cosa davvero strana come la gente si fiondi in una baraonda convinta di divertirsi e ci si trovi poi impantanata. Avevo tracannata una birra e ne facevo riscaldare un’altra in mano reggendo una parete. La percentuale femminile degli ospiti, decisamente predominante, aveva socializzato e monopolizzava il flusso di chiacchiere e pettegolezzi raffinandolo in un brusìo uniforme e soporifero.
    
    Inutile tentare di inserirsi in questo o quel capannello: o troppo scemi o i giochi erano già fatti. Stavo per passare dal nostro anfitrione e salutarlo per andar via ma me lo impedì un’accesa discussione in cui era coinvolto con un donnone alto e giunonico che presi per un travestito, per poi scoprire che era effettivamente un donnone alto e giunonico. Non volendo disturbare decisi di sostenere la parete cui facevo riferimento. Chiusi un attimo gli occhi per assecondare il torpore e mi ripresi di soprassalto, credendo di essermi addormentato, e lo vidi, accanto a me …
    
    Sembrava anche lui in fila per omaggiare il padrone di casa, anzi aveva l’aria di essere piuttosto impaziente.
    
    Gli diedi diciott’anni, più per buon senso che per l’aspetto il quale, invece, lo faceva apparire almeno due anni più giovane.
    
    Forse lo fissai un attimo di troppo perché ad un certo punto mi ...
    ... apostrofò stizzito:
    
    -Che c’è, vuoi vedere la carta di identità? – ed indicò il bicchiere di, probabilmente, whisky o cognac che teneva in mano.
    
    -Scusa. No, no certo. – gli risposi, passando una mano tra i capelli, imbarazzato - Mi dispiace sono stato davvero un cafone.
    
    Mi guardò con la coda dell’occhio e sorrise.
    
    -Lascia stare.
    
    Ci sono abituato. È che questa festa del cazzo mi ha veramente annoiato e se Willy non smette di parlare con quel puttanone gli tiro il bicchiere. Voglio vedere se non si incazza quando rovesciano il suo Frapin Cuvée su questo Bidjiar.
    
    Non capii una parola di ciò che aveva detto e dalla mia espressione dovette essere piuttosto evidente. Sorrise, un po’ imbarazzato. Mi mostrò il bicchiere:
    
    -Questo è cognac Frapin Cuvée e questo – disse indicando il tappeto ai nostri piedi – è un Bidjiar. Un botto di soldi, credimi. E mescolarli non ne aumenta il valore …
    
    Ammetto che la cosa mi intimidì, essendomi sempre limitato alla birra da concerti e agli zerbini. Finalmente Willy, Guglielmo per l’anagrafe, riuscì a vederci tra i fumi dell’alcol e dell’erba e ci venne incontro piantando la virago nel bel mezzo di una appassionata requisitoria.
    
    -Voi due! Mica avete intenzione di andarvene? – disse buttandosi di peso sulle nostre spalle, (più sulle mie invero, dati i miei dieci centimetri in più).
    
    -Willy, io sono venuto per “beccare” ma stasera non si batte chiodo. – rispose l’amico.
    
    -Dai Willy! – rincarai io – Se resto appoggiato ancora un ...
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