1. Un canto di Natale per l'ineffabile Master Frank – Quarta parte (4 di 4)


    Data: 05/12/2017, Categorie: Comici Autore: scopertaeros69, Fonte: EroticiRacconti

    Grazie a tutti voi x la pazienza e x avermi seguito fin qui, si conclude con questa quarta parte di una riscrittura decisamente non autorizzata di Dickens. Buona lettura Gli era passata la sete e pure la voglia di farsi l’acqua , limone e salvia, si risolse che forse un altro bicchierino di amaro Montenegro freddo lo avrebbe rinfrancato e messo a posto lo stomaco, o sbronzato quell’alien in pancia lasciandolo dormire un po’...ma era stato tutto soltanto un sogno? Apri il freezer alla ricerca della bottiglia d’amaro imperlata di ghiaccio, e una mano ossuta lo ghermì rapida. “Eh No cazzo! non di nuovooooooooo!” urlò mentre veniva trascinato all’interno del vano congelatore. Dentro faceva freddo, e tale la temperatura rimaneva, pian piano dinanzi a lui si diffuse un freddo chiarore, ma continuava a fare freddo, si ritròvò di fianco ad una figura nera incappucciata, di cui era impossibile scorgere il volto, la mano adunca ed ossuta non lo aveva lasciato. “Dove siamo signor Nazgul?” Nessuna risposta, ma le dite adunche si piegarono tutte ad eccezione dell’indice che indicò due persone nella stanza sulla sinistra; il muro della stanza era in realtà una fila di cassettoni, e non ci volle molto a Frank per capire che era un Obitorio. Vide Master N’docojocojo, capì che probabilmente lo avevano chiamato ad identificare un cadavere magari qualcuno che conosceva, magari qualcuno dell’ambiente che aveva finito per fare un giochino finito male. Era senza le dita dei piedi, e un ...
    ... buontempone aveva simpaticamente attaccato il cartellino identificativo, in mancanza dell’alluce, con un elastico al pipino rattrappito. “Com’è successo?” chiese Master N’docojocojo. L'infermiere prese la cartella sopra il lezuolo e gli disse che era uscito dal letto di notte a pisciare, probabilmente rincoglionito di suo e assonnato aveva invece infilato la porta del balcone, che aveva una maniglia rotta; fuori vi erano diciassette gradi sotto zero, lui imperterrito aveva tirato fuori il bigolo per pisciare e lo aveva fatto, centrando con millimetrica precisione l’auto dell’amministratore del condominio parcheggiata sotto. Liberato che si era , si era girato per tornare dentro, ma ahaimè era rimasto chiuso fuori, aveva solo un pigiama leggero indosso, tutti erano andati via per le feste ed il palazzo era deserto, era di notte, qualcuno più tardi disse che aveva sentito delle urla rauche. L'esame autottico rivelò che aveva la faringite, prese a calci la porta con i piedi calzati solo dalle ciabatte, ma questi gli si congelarono, e le dita si troncarono di netto (si un bel po’ di sfighe tutte insieme), la morte era giunta per assideramento. “Era un grande” sentenziò sottovoce Master N’docojocojo, “Hahahahaha non si direbbe dalle dimensioni “ rispose beffardamente allusivo l’infermiere. “Poveraccio “ fece eco Frank e questo cretino ride pure di lui, fece per avvicinarsi a guardare la targhetta, ma lo Spettro dei Natali e Sessioni future lo trasse a sé. “No aspetta!” gridò mentre lo ...
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