Un canto di Natale per l'ineffabile Master Frank – Quarta parte (4 di 4)
Data: 05/12/2017,
Categorie:
Comici
Autore: scopertaeros69, Fonte: EroticiRacconti
... vesti, ma rovinò a terra...sul pavimento della cucina, il sole ochieggiava dalle finestre. Era stato tutto un sogno? Era in ginocchio in una pozza d’acqua, aveva pianto così tanto? No… aveva lasciato il freezer aperto e si era sbrinato, prese uno straccio e asciugò tutto. Poi un rumore quieto e sommesso, un rumore leggero di ingranaggi che girano e scattano. Era a porta d’ingresso che si apriva, insieme ad un refolo gelato, insieme gli giunse un odore di cornetti caldi appena sfornati. Corse verso la porta d’entrata, la slave si stava togliendo il soprabito, si girò e lo vide. “Scusami per ieri, è che desideravo così tanto andarci e divertirmi un po’ insieme a te, come ai vecchi tempi, anche se ormai insomma non siamo più due ragazzini e dovremmo darci una piccola regolata, ma non sono qui per giustificarmi, sono pronta a fare tutto quello che vuoi, come vuoi.” Frank la guardò come un bimbo guarda i pacchi da scartare sotto l’albero, la mattina di Natale, cercò di assumere un aria severa, “si e per questo verrai giustamente punita”. Come una fiera, come il leone Simba, come la tigre Shere Khan, come la tigre della Malesya e tigrotti di Monpracem, come King Kong,come i 600 della carica di Balaklava, le fu addosso. La slave lo guardò sorpresa, la afferrò per i capelli e gli ficcò un boa di lingua in gola, mentre nel contempo aprì la camicetta, si fece strada al gancetto del reggiseno e...li si ferì le dita con esso, ma seppur sanguinante non s’arrese. Eroicamente spinto ...
... dallo stesso spirito degli eroi di IwoJima e l'eccitazione di un orango del Borneo, con supremo sprezzo del dolore (e delle rimostranze della slave, dopo che avrebbe dovuto portare la camicetta in tintoria) glielo strappò letteralmente di dosso, con un urletto di sorpresa di quest'ultima. Fu allora che sentì le mani fredde della slave sui fianchi calargli giù i pantaloni del pigiama, ebbe un secondo di esitazione, ricacciò affanculo la sua masteritudine e le afferrò la testa facendola mettere in ginocchio. “Da oggi cambia tutto, Zitta e succhia!” le disse soltanto, guardandola negli occhi, con un sorriso. “Siii mmmhh glub glub “ rispose entusiasta la donna . Erano circa dieci minuti, che il sole era tornato a splendere nella vita di Frank, che il suo cellulare prese a vibrare e suonare come se fosse posseduto da un demone sumero. La slave ormai era nuda del tutto ed ancora impegnata con fervore nelle sue “orazioni mattutine”, Frank stese la mano per prendere il cellulare, era Master N’docojocojo, decise di rispondere senza interrompere la slave, che non voleva si deconcentrasse. “Buongiorno e Buon Natale vecchio mio dimmi! Anzi ...ouch!” la slave gli aveva dato un piccolo mordo di disapprovazione, lui coperse il microfono “ti prego dammi un secondo vedrai che approverai anche tu!”. Lei lo guardò fissa negli occhi maliziosa, trattendo fra le fauci dentate il pezzo forte dei gioielli della corona, in una mordace, evidente, minaccia. “Volevo dirti mio caro che sarò felicissimo di ...