1. Indagini in tcchi a spillo


    Data: 05/12/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: tom

    �De Santis Investigazioni�Lo spazio attorno al corpo della ragazza esplodeva per i flash delle macchine fotografiche. La pioggia disperdeva i raggi luminosi, creando fugaci arabeschi di luce nel sottobosco. La giovane era morta alcune ore prima; il sangue che ne macchiava il vestito scollato non era ancora coagulato. I suoi capelli avevano il colore della liquirizia. Fluttuavano nell�aria satura d�umidità della notte come i tentacoli di una medusa.Il commissario Antoni era un uomo robusto, poco avvezzo alle formalità e alla tolleranza. Entro il suo campo di competenze non ammetteva repliche, manchevolezze, insubordinazioni. Aveva ordinato ai fotografi di andarsene già una volta. Al prossimo richiamo, sospettava l�ispettore Polini, avrebbe iniziato ad alzare le voce. E quello, sapeva, non sarebbe stato un buon segno.�Abbiamo qualche testimone?� chiese Antoni cercando di mascherare l�insopprimibile accento della bassa padana.�Nessuno� rispose l�ispettore.�Chi l�ha trovato?��L�autista�.Indicò l�autista dell�autobus, immobile, illuminato dai fari delle auto della polizia.�Lo interrogheremo��Non ci dirà nulla più di quanto ci abbia già detto. Non è stato lui��Non ho detto questo��E� un brutto caso� sospirò Polini. Il primo caso di omicidio in città da dieci anni a quella parte, da quanto riusciva a ricordare. L�ultimo delitto passionale si era risolto in dieci minuti. L�assassino si era fatto trovare a fianco del corpo della vittima, coltello insanguinato ancora stretto in pugno ...
    ... e lineamenti del volto sconvolti. Aveva confessato il crimine due volte, sul luogo del delitto e in centrale. Questa volta sarebbe stato diverso. La passione non c�entrava, la donna non era stata uccisa in un momentaneo attacco di furore. Lo si capiva dal numero e dalla profondità delle ferite. Era stata uccisa con freddezza. Metodicamente.Polini sospirò ancora.La brezza, in quel punto del bosco, era appena accennata. Portava gli odori cattivi della provinciale e quelli neutri dei campi incolti. Una lunga notte li aspettava.Elisa si destò lentamente. La camera era sprofondata nel silenzio. Rette di luce albina trafiggevano la penombra, proiettando ideogrammi privi di significato sulla moquette. Stirò le gambe e strofinò i piedi sul fondo del materasso. Le sopracciglia si corrugarono impercettibilmente sopra gli occhi ancora chiusi. Dov�era la testa di quella stupida? Perché i suoi piedi non l�avevano trovata?Aprì le palpebre e sollevò un poco la testa. La camera era vuota.�Michi?�Non ricevette risposta. Il suo sguardo andò alla sveglia sul comodino.Le nove meno un quarto. Tardissimo.I ricordi invasero la sua mente in un crescendo di suoni e immagini che parevano provenire da un luogo immensamente lontano. Rammentò la festa della sera precedente: la villa e le amiche; le invitate ricorrenti e quelle che aveva incontrato per la prima volta; la propria immagine riflessa in uno dei grandi specchi nel bagno e quella smagliatura nelle calze.Calze che erano ancora lì, gettate senza ...
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