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Una storia di altri tempi - 2
Data: 10/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad
E l’amore sbocciò fra Antonello e don Gervasio, un amore completo e gratificante che li ricompensò entrambi delle angustie passate. Per non far nascere chiacchiere nella servitù di palazzo, il giovane non dormiva più nella camera padronale, ma col pretesto che era il suo segretario, gli era stato approntato un alloggio praticamente porta a porta, onde i due non avevano alcuna difficoltà a passare la notte insieme, se non il cruccio di doversi ritirare ognuno nella propria stanza prima che i servi si svegliassero. Ma nonostante questo, entrambi stavano vivendo un momento di felicità e di pienezza di vita, che nessuno dei due aveva mai conosciuto finora. Ma il diavolo, si sa, è nemico dell’umana felicità e proprio quando siamo convinti che nessuno potrà strapparcela, proprio allora ci spinge verso l’orlo dell’abisso e ci sprofonda. Un giorno, era passato ormai qualche mese e l’estate era esplosa in tutta la sua rigogliosa esuberanza, dopo mangiato i due decisero di andare a godersi il fresco sulla riva di un fiume nelle vicinanze: cavalcarono fino ad un boschetto e lasciarono i cavalli a brucare all’ombra di faggi e quercioli, mentre loro raggiungevano un praticello lambito dalle acque, che scorrevano tranquille: lì stesero a terra una rozza coperta e si sdraiarono, mano nella mano. Rimasero a lungo in silenzio, a godersi la pace che regnava fuori e dentro di loro. “Don Gervasio… - mormorò ad un tratto Antonello – vi ho mai detto quanto vi amo?” “Che io ...
... ricordi, mai”, ridacchiò l’uomo, ricordando le volte che se lo erano bisbigliato e detto nei loro momento d’amore. “E allora ve lo dico adesso!”, e Antonello si tirò a sedere, chinandosi poi sull’amico con gli occhi scintillanti. “Vi amo da morire…”, disse e lo baciò. Sentendosi un groppo di emozione alla gola, don Gervasio lo avvolse in un abbraccio, ricambiando il suo bacio. “Ma perché ti ostini a chiamarmi don Gervasio, a darmi del voi?” “Potrei dirvi che vi stimo troppo per permettermi certe confidenze; - rispose Antonello - ma la verità è che preferisco evitare, in un momento di distrazione, di commettere qualche leggerezza in presenza di altri, rovinando tutto.” “Hai ragione, amore mio, ma vorrei tanto che non ci fosse bisogno di tanta segretezza, vorrei tanto poterti vivere alla luce del sole.” “Ehi, - esclamò dopo un po’ Antonello, levandosi a sedere – che ne dite di fare un bagno? Quell’acqua è così invitante… Dai, andiamo.”, e si tolse il gilè, sfilandosi la camicia dai pantaloni. L’altro nicchiò, tentò di dissuaderlo, ma tutto fu inutile: Antonello si avvicinò alla sponda, con mossa rapida si sfilò anche i pantaloni e le mutande e corse a gettarsi in acqua con un grido di autentica felicità. Dopo aver sguazzato un poco, si alzò, con l’acqua che gli arrivava alla vita e chiamò di nuovo l’amico. “Venite, don Gervasio! È bellissimo…” L’altro fece segno di no con la mano, ma Antonello non si arrese: “Su, non fatevi pregare… Venite… Fatelo per ...