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Unclelust
Data: 11/09/2020, Categorie: Etero Incesti Autore: Guzzon59
Per molte ragazze il terzo anno delle scuole superiori è ritenuto una tappa importante della loro vita.E� il periodo in cui i tratti grezzi dell�adolescenza cominciano a scemare lasciando avanzare quelli più raffinati della donna.Per tutte le ragazze della mia classe fu così, tranne che per me.Ero di costituzione robusta, la vita, i fianchi ed il tronco erano indistinguibili. La mia ombra non era la proiezione di una figura snella, caratterizzata dalla vita stretta, fianchi larghi e spalle delicate. Era quella di un monolito, massiccio, che nulla aveva a che vedere con i lineamenti delle ragazze in erba. L�unico particolare che mi faceva includere nella specie femminile, erano le grosse tette che sporgevano unitamente al ventre, formando una tipica immagine muliebre dei quadri di Botero. Ero robusta.La pena era tangibile, nelle ore di educazione fisica e quando le mie amiche si compravano vestitini, gonne e magliette con taglia �S�, mentre io dovevo scegliere i miei capi di abbigliamento negli scaffali delle taglie forti.Conducevo una vita da disperata, perché nelle mie condizioni era impossibile avere rapporti normali. I ragazzi mi guardavano con derisione e le ragazze mi contattavano solo per confidarmi la loro pena d�amore ed utilizzarmi come cassa di risonanza.Divenni un mero strumento per fini meschini, come spiare i ragazzi e riferire se alcuni avevano parlato di loro o fatto lo scemo con altre ragazze. Insomma la mia esistenza non valeva un fico secco.Il fine ...
... settimana era il momento più tragico della mia vita, perché le amiche del cuore sparivano, ed io mi ritrovavo da sola, di fronte all�angosciante consapevolezza di essere stata emarginata a causa del mio fisico robusto.Le persone, che incontravo per la città, mi scrutano con ironia, leggendo chiaramente sul loro volto l�espressione divertita di circostanza, di chi osserva una grassa cicciona.Per non accentuare l�effetto voluminoso del mio corpo, evitavo di indossare abiti attillati, cercando di mascherare quanto potevo la robustezza, con lunghe e larghe gonne.Lo stato mentale era continuamente tormentato da quella difficile situazione.Sebbene appartenessi al sesso femminile, nella realtà vivevo una vita amorfa, asessuata. Mi era impossibile discutere certi argomenti con le amiche, perché mi sentivo annullata completamente come donna.I miei genitori erano disperati. Mi avevano più volte portato da dietologi e ciarlatani vari, sempre con risultati disastrosi. Oramai mi ritenevo un caso disperato e senza speranze di soluzioni.Era difficile rassegnarsi a quella situazione di emarginazione sociale, e così, col tempo, cominciai a somatizzare la sofferenza nel pessimo rendimento scolastico.Un pomeriggio, dopo l�ennesima insufficienza in latino e greco, dovetti affrontare l�ira di mio padre.Rassegnata, stavo in silenzio, seduta sul divano, a sorbirmi tutte le imprecazioni che la mente umana fu in grado di sciorinare.Alla fine anche lui esausto si abbandonava come un sacco di patate al mio ...