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Unclelust
Data: 11/09/2020, Categorie: Etero Incesti Autore: Guzzon59
... serena, appena percepibile.�Chiara? Sei tu?Mi girai lentamente, quasi a rallentatore. Appena lo ebbi di fronte rimasi colpita dalla sua figura. I suoi occhi verdi, ingranditi dalle lenti degli occhiali, mi fissavano con un�intensità tale da farmi venire la pelle d�oca.I suoi sessantacinque anni c�erano tutti. Capelli bianchi, lunghi e legati dietro come una coda di cavallo. Collo esile e spalle strette. Il fisico era asciutto e ricurvo, come se dovesse sopportare il peso di un�era millenaria. La cosa che più mi affascinava era l�espressione del suo volto. Irradiava una luce di saggezza, che suscitava un senso di tranquillità e fiducia. Il sorriso sembrava che facesse parte del suo volto. Ebbi una sensazione buona e mi sentivo molto attratta da lui.La tensione scemò e guardandolo mi colse un senso di calma, come se fossi osservata dallo sguardo di un santo.�Si! Buon� Buongiorno.. Zio Aldo?�Si! bene! Entra pure! E scusami per il gran disordine!Entrai in casa e fui colpita dal disordine generale, un vero casino. Non era sporcizia ma caos allo stato puro, dovuta alla posizione senza logica dei mobili. Fui colpita dalla mancanza di soprammobili. Mi guardai attorno e non vidi alcuna foto, solo quadri appesi senza un ordine ed altri appoggiati un po� da ogni parte; poi libri, pile di libri, addossati sul pavimento, sulle sedie e sui tavoli. La mancanza di polvere mi fece supporre che almeno in quella casa la pulizia fosse curata.�Vieni! Andiamo in cucina! Lì è più pulito!La cucina, ...
... infatti, era linda. Il tavolo, bianco e asettico, era completamente sgombero e l�arredo pulito. Gli scaffali delle mensole erano vuoti e nella vetrina della credenza non c�era l�ombra di un piatto o bicchiere. L�unico piatto esistente giaceva vicino al lavandino, con un solo bicchiere in cui c�erano infilati un coltello, una forchetta e un cucchiaio.Papà aveva ragione; quella era la casa di un eremita.Il confort era limitato all�essenziale. Dalla mancanza del televisore e dalla presenza di tanti libri posati su ogni dove, si capiva che la vita dello zio doveva essere semplice e votata esclusivamente ad un�intensa attività di studio.Lo fissai negli occhi, la dolcezza del suo sguardo mi commosse, e dentro di me sentì una compassione per lui, per la sua vita solitaria.Appena seduti, iniziammo subito le ripetizioni di latino e greco: versioni, verbi ecct. In quei momenti, potei apprezzare la sua pazienza. Non ero un�allieva modello, e stentavo a seguirlo perché la traduzione delle versioni presupponeva una buona conoscenza della grammatica. Lui non perdeva mai la calma e con voce dalla tonalità temperata riprendeva a spiegarmi i tempi, le declinazioni ed i generi.Al termine delle lezioni mi accompagnava subito alla porta, senza proferire parole. Ebbi l�impressione che volesse evitare volontariamente di imbastire un dialogo che esulasse dal motivo per cui ero lì.Un giorno, mi presentai con un mazzo di fiori, margherite di colore bianco e arancione.Appena le vide rimase di sasso e, ...