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Ma chi me lo doveva dire ... (2)
Data: 13/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: reninytxis
... lunghi capelli al vento, Il casco appeso al braccio per il sottogola. -L’idea era quella. – risposi. Ci fu un momento di silenzio, sembrò infinito. Giò mi guardava senza mai distogliere gli occhi dai miei. Ha degli occhi bellissimi, castani, con riflessi dorati. Ma ciò che colpisce, ciò che MI colpiva, era la luce che sembrava animarli. -Ed ora cosa ci faccio con te. – sospirai, ma non potevo fare a meno di sorridere. E non potevo non farlo: ero sereno, quasi felice come non mi sentivo da Dio solo sa quanto! -Se vuoi ti faccio un disegno. – mi sfottè. Risi di cuore; gli dissi di seguirmi e che ci saremmo fermati a Vasto. Una giornata al mare avrebbe fatto bene a tutti e due. La spiaggia era già frequentatissima e l’acqua, nonostante fosse praticamente ghiacciata, era piena di ragazze e ragazzi intenti a giocare nei modi più diversi. Giò propose la cosa più ovvia. -Prendiamo un pattino, dai. Prevedibile, pensai, ma solo perché io, sempre il solito prudente che valuta i pro e i contro di ogni decisione, ci avrei messo di più a scegliere. C’erano solo due o tre pattini al largo e non ci voleva un cannocchiale per capire cosa ci facessero, così buttai la sacca con maschera e pinne sulla pedana della barca per dare un po’ di fumo negli occhi. Giò mi lanciò un sorrisetto ironico, come a dire “patetico diversivo” ed aveva ragione: la gente pensa in ogni caso quel che vuole. Ci allontanammo senza fretta. Il gestore si era raccomandato di usare un grosso tufo ...
... legato ad una cima come ancora se ci fossimo voluti fermare a nuotare o a tuffarci. E così facemmo. Giò non aveva aspettato nemmeno che fossimo a dieci metri dalla riva per allungare la mano e saggiare i miei boxer da bagno e mi sorrise soddisfatto constatando quanto gradissi la sua vicinanza. A circa duecento metri dalla spiaggia gettai l’ancora di pietra mentre Giò si levava rapidamente il costume e si tuffava. -Criiiibbio, si gela! – strillò. Esitai un attimo. Ma davvero solo un attimo: sfilai lentamente i boxer fino alle ginocchia, lasciandoli poi cadere, senza smettere di fissare Giò negli occhi. Lui sorrideva, un po’ con malizia ma soprattutto felice di quel gesto. Mi tuffai piuttosto bene e nuotai sotto la superficie fin quasi a toccarlo, risalendo molto lentamente. Ammirai quelle gambe affusolate, maschili eppure invitanti. Ero vicinissimo al suo corpo ed col viso sfiorai il suo inguine, poi il suo ventre ed il petto. Emersi a pochi centimetri da lui. Occhi negli occhi non c’era altro da fare: le labbra si toccarono, si schiusero ed il bacio più coinvolgente da me provato da anni mi trascinò in un vortice di sensazioni senza tempo. Sentii le sue braccia attorno ai miei fianchi, le sue mani sulle mie natiche. Feci altrettanto, risalendo poi lungo la schiena per poi stringerlo ancora di più a me. Sentivo la sua asta irrigidirsi contro il mio ventre, la mia tra le sue cosce, sotto il suo scroto. Mi staccai un attimo dalle sue labbra per poter godere ancora di quegli ...