Il diavolo e l'acqua santa
Data: 15/09/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Valerie2004, Fonte: Annunci69
Era arrivato da poco in azienda, era un uomo di una cinquantina d'anni, non bello, non affascinante, ma con una forte personalità ed ironia e soprattutto alto, molto alto, tre caratteristiche che a me hanno sempre colpito:era il nuovo direttore commerciale.
In realtà in quel periodo non ero molto in forma, né fisicamente (troppo magra) ne moralmente ( mi ero appena separata), per cui a tutto pensavo tranne che a guardare un uomo con un interesse che andasse oltre la normale cordialità né tantomeno a farmi guardare, per farla breve zero civetteria.
Uno di quei giorni in cui ero intenta a litigare via mail col mio ex compagno, parti' per sbaglio la stampa di una mail.
Due minuti dopo arrivò lui alle mie spalle e chinandosi verso di me appoggio ' la mail sulla mia scrivania e mi sussurrò delicatamente all'orecchio che certe cose era meglio non finissero nelle mani sbagliate.
Rimasi sorpresa da quella inaspettata delicatezza, in fondo ci eravamo scambiati appena il saluto dal suo arrivo.....e così Dario mi rimase impresso.
Trascorsero tre anni, durante ai quali io ebbi il tempo di riprendermi, avevo riacquistato il mio peso forma ed ero tornata ad essere il ciclone di sempre.
Un giorno, lo incontrai in saletta caffè, notai subito che era abbronzato, erano appena trascorse le vacanze estive e mi venne istintivo dirgli, guardandolo dritta negli occhi, che l'abbronzatura gli donava.
I nostri sguardi rimasero a contemplarsi per un tempo infinito, sicuramente non ...
... troppo lungo ma abbastanza da farci capire che si era innescata un'attrazione reciproca.
Nei giorni seguenti cercai di non pensarci, c'erano diversi buoni motivi per non pensarlo: era un uomo sposato con figli ed era diventato da poco il mio "grande capo," non avevo bisogno di guai....ed invece i guai erano maledettamente attraenti!
Da quando gli avevano affidato la gestione dei tre quarti dell'azienda, compreso l'ufficio nel quale lavoravo io, Dario era ancora più brillante e non perdeva occasione per mettersi in mostra, venendo più volte a trovarci in ufficio, con le scuse meno plausibili.
Il mio responsabile scambiava le attenzioni di Dario nei nostri confronti per dedizione e umanita', ma io sapevo nel mio intimo che non era così, anche se lui non mi aveva mai parlato apertamente...
Un giorno mi chiamo' al telefono e mi chiese di andare a pranzo ed io, seppur timorosa e diffidente ( cosa voleva da me??), accettai.
Uscì dunque all'ora di pranzo e lui era fuori ad aspettarmi, ci avviammo verso il ristorante sotto gli occhi stupiti dei colleghi: eravamo il diavolo (io) e l'acqua santa ( lui).
Appena ci accomodammo al tavolo mi prese uno strano imbarazzo, appena una settimana prima avevo scritto sul giornalino aziendale un articolo dove lo prendevo simpaticamente in giro, però si sa, dietro ad un foglio è' tutto più semplice, adesso eravamo io e lui, da soli....
Mi scrutò a lungo senza dire nulla, dunque mi sentii obbligata a rompere il ghiaccio, dicendo ...