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Fotografie di londra
Data: 17/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: tfm
Dicembre, stavo rientrando da lavoro, parcheggiai la mia auto fuori di casa. Fuori non è freddissimo, ma il vento mi fece sentire un brivido che mi pervase tutto il corpo. Situazione ottimale per un bagno caldo. Mentre riempii la vasca, scorsi la lista dei messaggi del mio smartphone, “che palle” dissi tra me e me, nessuno aveva accettato la mia proposta di fare qualche giorno a Londra. Feci un ultimo tentativo e inviai un messaggio a Sara. Nel frattempo mi lavai ed uscii dalla vasca, mi asciugai con l’asciugamano e poi me lo allacciai in vita. Lo specchio del bagno era completamente appannato dall’aria calda del bagno, con una mano lo toccai e finalmente riuscii a vedermi. Eccomi: a 28 anni realizzato nella vita con una laurea e un lavoro che adoro, capelli castani tendenti al ricciolo, due occhi verdi con due perfette occhiaie da chi è colpito dalla stanchezza, un fisico atletico grazie agli anni in passati nelle vasche delle piscine. Mi guardai ancora negli occhi, osservai quella lieve tinta violacea e pensai: -“Fanculo Fede, hai veramente bisogno di una vacanza.” Nel frattempo Sara mi rispose, era impegnata pure lei in chissà quale cazzata. In men che non si dica mi misi la tuta e, steso sul divano, valutai dei voli. Se nessuno vuole venire con me andrò via da solo. Notai che i prezzi erano abbastanza cari, ma per staccare da tutto e da tutti prenotai. Per il dormire non avevo problemi, Marcello aveva sempre una camera libera per me nella sua casa ...
... “affittacamere” a Camden. Era da una vita che non lo vedevo, sperando non si incazzasse per il poco preavviso. Già che c’ero gli inviai una mail con le date magari in quei giorni era pure libero per vederci e raccontarci le ultime. Dopo una leggera cena me ne ritornai sul divano a guardare la tv, notai che Marcello aveva risposto: “tranqui fede, la tua camera è qui che ti aspetta, ci vediamo il 18”. Ottimo, ora potei tranquillamente prendere sonno vinto dalla stanchezza. Il giorno della partenza non tardò ad arrivare, fortunatamente il volo fu puntuale e tranquillo. La mia vicina era una splendida signora che stava andando trovare la figlia che il mese prossimo si sarebbe sposata la. Atterrato a Stansted, come di consueto, scesi nel ventre dell’aeroporto alla stazione dei treni e cullato dalla sua silenziosità (diversamente dai nostri) arrivai a Liverpool Station, nella City. Guardai il soffitto della stazione e sorrisi “rieccoci Londra”. Oyster alla mano, scesi lungo i tunnel della Tube e mi incamminai per prendere la Northen Line o “quella nera” come direbbero i turisti. Scesi alla mia fermata e mi diressi verso la casa di Marcello. Attraversai Camden Square e, come ogni volta, non potei non fermarmi a fissare quel numero 30 e pensare a quale voce si ruppe li dentro. Continuai per la mia strada, ormai era già buio e il freddo incalzante. Presi in mano il cellulare e trovai un messaggio di Marcello: “Chiave al solito posto io tardo per imprevisto al lavoro”. Arrivai alla casa, mi ...