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Nel lucore incerto del primo mattino - 3
Data: 19/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad
... lingua. Sbagliava Tommaso a dire che Alberico era schiavo del suo cazzo; non solo di quello: Alberico era schiavo di tutto quel corpo, che ammirava e adorava… ma sopratutto si sentiva schiavo di lui, di Tommaso, fin da quel primo momento in cui lo aveva piegato sotto si sé e gli aveva bisbigliato: Sei mio… sei mio… Diede un’ultima succhiata ai capezzoli frementi e corse ad immergere il volto nell’incavo dell’ascella, quello scrigno prezioso di aromi che tanto lo inebriavano. Inalò il profumo, leccò i peli umidi dell’una e dell’altra, finché allo stremo delle forze, riportò la sua attenzione all’inguine di Tommaso e cominciò a sfilargli lentamente i boxer. E fu allora che avvenne un fatto che lo lasciò senza fiato per la sorpresa: Tommaso si girò, adagiandosi sulla pancia e disse con voce soffocata: “Fammi il culo, amore, leccamelo.” Alberico rimase interdetto: un sacco di volte aveva cercato di farglielo, ma lui, chissà perché’, non glielo aveva mai permesso. Col cuore che gli batteva dall’emozione, baciò infinite volte le due carnose rotondità, poi agganciò la cintura dei boxer e cominciò lentamente a tirarla in giù, baciando e leccando ogni centimetro di pelle che scopriva. Quando fu tutto scoperto, Alberico giocò a lungo con quelle chiappe lisce, mordendole, impastandole, baciandole… beandosi ai gemiti soffocati dell’amico. Poi le aprì lentamente, individuò il forellino inviolato e si accostò a baciarlo con passione, un bacio lungo, profondo, se capite ...
... quello che voglio dire. Sentendosi aprire le chiappe, sentendo l’alito dell’amante sulla sua parte più intima, Tommaso strinse con forza le lenzuola, incerto se stava facendo la cosa giusta e inconsapevole di cosa avrebbe provato. Ma quando sentì le labbra di Alberico poggiarsi sull’orifizio, quando sentì la lingua bagnata insinuarcisi dentro, quando sentì il brivido di piacere percorrergli la schiena, fu come se gli si fosse accesa una nuova luce. “Wow! È fantastico!” sospirò. Bastò quel sospiro a infiammare ulteriormente Alberico, che vi si dedicò con foga ancora maggiore, infilando la lingua nel buio condotto fin dove poteva. “Sì, amore, - continuava a farneticare Tommaso in preda ad un raptus di piacere – ficcami dentro la lingua, fammela sentire… Ah, che bello! Mai nessuno me lo aveva fatto! Leccami la prostata, amore! Vai dentro, cazzo! Vai dentro con quella lingua!.... Ahhhh, che bello! Dai che mi viene da sborrare!” A quelle parole, Alberico esitò, tirandosi indietro: sprecare una sborrata proprio così, no! Ma l’altro non ne aveva ancora abbastanza: si tirò su di scatto, lo spinse supino sul letto, poi gli si mise a cavalcioni sul petto, col buco del culo puntato sua bocca. “Leccami ancora, per favore…”, disse, abbassando il bacino fin quasi a sederglisi sulla bocca. E mentre Alberico riprendeva a slinguare quel buco di culo, la cui resistenza sentiva disfarsi sotto la lingua, ecco un’altra sorpresa di quel giorno memorabile: Tommaso si chinò e ...