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Si accettano caramelle dagli sconosciuti - V
Data: 20/09/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Molly B
“Apri la scatoletta che ti ho dato” mi bisbiglia lui, mentre il pomeriggio veneziano sfuma verso la sera. Non ha bisogno di parlare forte; il silenzio è totale in questa stretta calle. Sotto il suo sguardo vigile, eseguo. Scopro un oggetto dalla forma curiosa: un uovo, di setoso materiale nero, con una lunga coda curva. C’è anche un secondo oggetto, più piccolo ed allungato. Ci impiego qualche secondo a realizzare che sono un vibratore ed il suo telecomando. “Lo metti da sola, gattina, o ci penso io?” mi chiede, impaziente. “Tu” mi limito a rispondergli, eccitata e stupita. Senza dire altro, porta il vibratore sotto il mio vestito. Sento l’ovulo premere e farsi lentamente strada dentro di me. Bagnata come sono, non incontra alcuna resistenza. Capisco a cosa serva la coda flessuosa: la sua estremità arrotondata raggiunge perfettamente il mio clitoride. Lui non si accontenta di sentire il vibratore in posizione. Lo ruota e lo estrae appena, per poi inserirlo nuovamente, più volte. “Hai idea dell’effetto che ti farà?” mi chiede. Scuoto la testa. “Meglio così” mormora, sornione. Ci incamminiamo, e già muovermi con quell’aggeggio nella figa è una scoperta. Ad ogni passo sento la parte ovale stretta tra le pareti della mia figa, che preme come facevano le palline vaginali appena scesa dal treno. La coda, in aggiunta, segue i miei movimenti quel poco che basta a stimolarlo senza sosta. Per fortuna prendiamo un vaporetto, ma è pieno di gente. Restiamo all’esterno, in piedi, lui ...
... con la schiena all’acqua ed io di fronte. Con un gesto improvviso mi stringe a se e mi abbraccia forte. Mi sorprendo una volta di più delle tante sfumature di quest’uomo, che ora mi tiene con la testa sulla sua spalla. Mi sento incredibilmente protetta. Tranquilla. Neanche il tempo di pensarlo ed il vibratore si aziona. Emetto un gemito, più di sorpresa che di incontenibile piacere. La vibrazione è molto leggera e al massimo distrae. Ma cresce. Evidentemente il telecomando gli permette di regolarne anche l’intensità. Un calore intenso mi fa sciogliere tra le gambe. Se mi guardasse in viso capirebbe i miei pensieri, ma non scioglie l’abbraccio e io gliene sono grata; siamo accerchiati da turisti e locali. La vibrazione aumenta ancora. L’oggetto è perfettamente silenzioso, e mi sforzo di esserlo anch’io, ma non so per quanto resisterò ancora. “Com’è?” mi chiede, in un bisbiglio. “Finirò per venire qui.” “Mica male come idea, ma ho progetti più interessanti per te.” Il ritmo si abbassa, diventando più sopportabile, fino a spegnersi del tutto nel giro di qualche secondo. Non so se essere sollevata, dispiaciuta o preoccupata. Scendiamo alle Zattere, e da lì mi guida in un ristorantino poco lontano. È un bel locale, dall’aspetto retrò ed elegante, in puro stile veneziano. È grande, ma con una struttura molto irregolare, e quando mi lascia la scelta del tavolo ne indico uno appartato. Mi siedo spalle alla parete. Lui ha un’espressione indecifrabile. Mi riesce così bene leggere le ...