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Si accettano caramelle dagli sconosciuti - V
Data: 20/09/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Molly B
... persone… eppure con lui è una battaglia persa in partenza. Ci alterniamo per lavarci le mani, ma quando torno scopro che ha già ordinato anche per me. “Non ti dispiace vero?” mi chiede, malizioso. Gli sorrido di rimando. Ho forse scelta? Riprendiamo il filo dei discorsi del pomeriggio. Mi accenna appena al divorzio dalla moglie, al figlio che vive con lei, prima di passare a qualche aneddoto di lavoro. Lo ascolto pigramente, credo voglia solo distrarmi dall’oggetto saldamente piantato tra le mie cosce che di tanto intanto prende a vibrare alla minima intensità per qualche attimo. Ogni volta non posso fare a meno di spalancare gli occhi, sorpresa, mentre lui resta imperturbabile. Quando finiamo gli antipasti, dei crostini con mousse di pesce, temo di poter colare sulla sedia. Il gioco, snervante, è eccitante da morire. Mi piace essere così in balia dei suoi capricci, ed al contempo che nessun altro possa intuire cosa accade tra di noi. Mi piace meno la netta sensazione che non saprò contenermi ancora per molto. Dare spettacolo, non è decisamente il mio forte. La cena scivola tranquilla; primo e secondo sono ottimi. Devo riconoscergli di aver indovinato i miei gusti, per quando chiunque apprezzerebbe quello che il cameriere mi porta. Ogni volta che riappare, il vibratore riprende la sua leggera azione. Riesco a non darlo a vedere con sempre maggiore difficoltà. “Allora, questa cena, gattina?” “Molto… ehm… stimolante” gli rispondo sorridendo. Il cameriere, che ci posa davanti ...
... due coppette di tiramisù, se coglie il doppio senso dissimula bene. “Anche il dolce?” “Sì. Mangialo piano. Vale tutta la cena” mormora. Non capisco bene cosa voglia dire, fino a quando alzando la forchetta non sento il vibratore accendersi ben più forte di prima. Lo guardo sorpresa. “Assaggia, è buonissimo” prosegue, come se niente fosse. Certo sarebbe più facile se la mano non mi tremasse così tanto… e per quanto sia davvero delizioso, un secondo boccone è impensabile. Mi muovo sulla sedia, spostando il peso e sperando di alleviare un poco la sensazione, fantastica ed inopportuna al tempo stesso. I miei occhi vagano per la sala. Possono vedermi solo da due tavoli, occupati da una coppia ciascuno. La prima chiacchiera allegramente, ma nel secondo tavolo sembra regnare la noia. L’uomo incrocia gli occhi con i miei, mentre quella che deve essere la moglie contempla assorta il suo piatto. E’ grassoccio, pelato, per nulla attraente. Ha un che di viscido. Mi affretto a distogliere lo sguardo. “Che succede gattina?” “L’uomo alle tue spalle mi sta fissando.” “Si godrà un bello spettacolo” mi risponde, piano. “Un… cosa?” La vibrazione accelera. Afferro il bordo del tavolo con una mano, sforzandomi di restare impassibile, mentre l’altra si torce sul mio grembo. “Un bello spettacolo” ripete glaciale, mentre serro le gambe e mi sforzo di mantenere il respiro regolare. Sento il piacere montare, velocissimo, con la coda di quell’ovetto che vibra in modo dannatamente perfetto sul clitoride, ...