1. Elena e il sarto


    Data: 23/09/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: 66dive, Fonte: Annunci69

    Eravamo in un centro commerciale, io e una mia moglie Elena, e mi aveva chiesto di accompagnarla in una di quelle boutique lussuose, dove doveva far riaggiustare il vestito che portava e che aveva comprato li' un paio di giorni prima.
    
    Io ero rimasto ad aspettarla vicino alla cassa mentre lei andava nel camerino a cambiarsi. Dopo poco tornò e disse solo che li' c'era il sarto che gli avrebbe ritoccato il vestito, ma prima avrebbe dovuto prenderle le misure. Disse che tornava subito, e torno' verso lo stanzino.
    
    Sotto i suoi abiti tranquilli e comuni, Elena ha un corpo mozzafiato. Un seno pieno e sodo che mi sorprendeva con il suo peso ogni volta che l'afferravo, con grossi capezzoli rosa. Una bella bocca rossa. Fianchi generosi sotto una vita squisitamente a clessidra. E un culo perfettamente proporzionato con un bel solco profondo scolpito tra le due chiappe sporgenti.
    
    Solo a guardarla mentre camminava, mi venivano strani pensieri, e la voglia di vederla solo in intimo. Così, pensando come un’adolescente, mi incamminai verso il retro del negozio. Dietro una porta vidi una serie di piccoli stanzini per provare i vestiti, chiusi dalle classiche mezze porte bianche. Elena doveva essere qui. Entrai, un po' nervosamente, quasi in punta di piedi, con la paura che da un momento all'altro mi trovassi di fronte qualche signora mezza svestita che cominciasse a urlare.
    
    Non sentivo la voce di Elena. Il corridoio continuava a sinistra, poi girava a destra.
    
    Magari piu' ...
    ... avanti c'era il laboratorio del sarto. L'avrei trovata li'? Girai l'angolo.
    
    E trovai effettivamente il laboratorio del sarto. C'erano diversi tavoli con pezzi e frammenti di stoffa, spilli e forbici da tutte le parti. Un disordine pazzesco.
    
    Non sembrava ci fosse nessuno. Cominciai a guardarmi meglio intorno quando all'improvviso sentì un suono come di qualcuno con il respiro affannato, e poi un basso mormorio, di qualcuno che parlava sottovoce. Una voce maschile, profonda, che chiedeva insistentemente qualcosa.
    
    Allora udii perfettamente chiara la voce di Elena. Diceva "D'accordo, ma facciamo in fretta" in un tono perfettamente normale, senza sussurrare. La voce veniva dalla mia destra, dietro un enorme tavolo su cui c'era una tale quantità di rotoli di stoffe accatastati che non si riusciva a vedere dietro.
    
    Provai a sporgermi leggermente dietro il tavolo e rimasi di sasso. Per un momento non riuscii nemmeno a capire quello che stavo vedendo.
    
    C'era un uomo, giovane, capelli scuri e una bella camicia bianca. Deve essere il sarto, pensai. Non portava pantaloni. In piedi, gambe leggermente divaricate.
    
    Graziosamente inginocchiata davanti a lui, con il suo vestitino grigio a strisce, c'era Elena, che andava avanti e dietro con la bocca aperta sul pene dritto e umido dell'uomo.
    
    All'improvviso Elena si alzo'. Mentre si girava verso di me io mi accucciai dietro il tavolo, con il cuore in gola. Si portò la mano alla bocca e asciugò una traccia di saliva dal mento. Aveva ...
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