1. L'amico infortunato (seconda parte)


    Data: 26/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: vogliagay

    Passano i giorni e Gianluca, doccia dopo doccia, comincia a rilassarsi e a vincere l’imbarazzo di farsi vedere nudo e farsi toccare da me; per me invece è sempre più una tortura: avere quel bel pezzo di carne tra le mani e non poter far nulla mi fa impazzire! Il suo cazzo diventa un’ossessione, me lo sogno anche la notte e non si contano più le volte in cui mi masturbo avendo impressa nella mente l’immagine dell’oggetto dei miei desideri.
    
    Dopo una settimana, mentre ho in mano il suo membro e sono intento a lavarlo, sento che cambia consistenza tra le mie dita. Sento Gianluca che irrigidisce la schiena e subito mi rendo conto che non è la sola parte del suo corpo ad irrigidirsi: il cazzo comincia a crescere, diventa barzotto ed io rimango molto sorpreso. Alzo la testa, guardo Gianluca e con un sorriso gli chiedo: “Beh, che succede? Come mai questa reazione?”. Il mio amico è tutto rosso in viso, imbarazzatissimo, ma non fa nulla per sottrarre il suo sesso dalla mia presa. Dopo qualche istante bofonchia: “Beh, il fatto è che sono dieci giorni che non faccio nulla…”. Vista la situazione anche il mio cazzo s’è svegliato, ma a questo punto non faccio nulla per nasconderlo. Devo dire però che Gianluca mi fa una tenerezza infinita, quindi mi affretto a tranquillizzarlo: “Vabbè, non preoccuparti, è comprensibile!”. Abbasso lo sguardo e vedo che il cazzo è in completa erezione e per sdrammatizzare ancor di più l’atmosfera gli dico: “Comunque complimenti!!!”. E mi sorride. Lo ...
    ... risciacquo e poi lo asciugo, ma a questo punto voglio godermi la scena: passo la salvietta con molta lentezza, una lentezza che diventa esasperante quanto arrivo alle sue parti intime. In questo momento è debole e voglio infierire, voglio essere io ora a torturare un po’ lui. Una volta finito gli annodo l’asciugamano in vita e ci trasferiamo in camera sua per cominciare l’opera di vestizione: prendo le mutande, infilo le gambe, tiro su ma vedo che il cazzo è ancora durissimo.
    
    Lo guardo, mi faccio coraggio e gli dico: “Senti Gianlu, visto che è una settimana che non ti sfoghi e continui ad essere eccitato, se vuoi e non ti dà fastidio ti do una mano”. E subito mi metto a ridere: “Beh, che poi è la frase che calza a pennello!”. Lui ha un’espressione incerta, vorrebbe ridere ma è tanto imbarazzato e non sa che fare. Poi decide: “Ma sì, vaffanculo! Non ce la faccio più, sono tre notti che faccio pure fatica a dormire! Ho bisogno di svuotarmi!” e si sdraia sul letto.
    
    Non mi sembra vero, sta succedendo! Mi corico anch’io sul letto, in mezzo alle sue gambe e lo riprendo in mano. Finalmente posso ammirarlo in ogni minimo dettaglio: è un gran bel cazzo, svetta oltre la mia mano. E’ bello lungo, credo 19-20 centimetri, abbastanza largo e con una cappella enorme, viola e con una vena ben visibile. E il corpo è nodoso e nerboruto. Che visione! Ormai voglio giocarmela fino in fondo: “Porca puttana, che cazzo!”. E comincio a fare molto lentamente su e giù. Lui sospira. Ho intenzione di ...
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