1. L'amico infortunato (seconda parte)


    Data: 26/09/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: vogliagay

    ... farlo impazzire. Continuo a muovere la mia mano molto, troppo lentamente, e lui gradisce molto. “Ah, sìììì, finalmente!”. Ma non accenno ad aumentare il ritmo, almeno fino a quando un paio di minuti più tardi mi dice: “Ti prego Ste, vai più veloce però, non ce la faccio più!”. Godo nel sentirlo supplicare, così mi sputo sul palmo della mano e comincio a lavorare la cappellona: “Oh sììì, così, sfrega sulla cappella!”. Lo guardo ed è bellissimo. Vedo che ha gli occhi chiusi per assaporare ogni minima sollecitazione. Decido quindi di approfittarne. In un attimo mi avvento su quel cazzone e me lo ficco quanto più posso in bocca. Lui non se l’aspetta, rimane scioccato, si tira su a sedere e dice: “Ste, ma che fai!!!”. Io non gli rispondo, anche perché sono proprio impossibilitato! Rimango attaccato al suo uccello e anzi lo spingo più in fondo: con uno sforzo notevole riesco a ficcarmelo tutto in bocca, la cappella oltrepassa l’epiglottide e mi arriva in gola e il naso è immerso tra i suoi peli pubici.
    
    Evidentemente la sensazione è per lui troppo piacevole, perché lancia un urlo e si abbandona di nuovo sul materasso. Ho ottenuto quello che volevo, l’ho in pugno e ora come ora non rinuncerebbe mai al mio trattamento. Riesco a resistere in questo modo solo qualche secondo, il suo cazzo è una presenza troppo ingombrante nella mia gola e non riesco più a respirare, quindi lo lascio fuoriuscire velocemente dalla mia bocca provocando in lui un’altra scossa di piacere. E io dopo un ...
    ... conato di vomito posso finalmente riprendere a respirare regolarmente. Mai avrei immaginato di riuscire ad inghiottire interamente un mostro del genere.
    
    Gianluca ormai è estasiato e non prova minimamente a sottrarsi alle mie attenzioni. All’improvviso decido di fargli quello che i miei partner apprezzano sempre molto: impugno il suo sesso alla base e lo stringo, facendo in modo che la cappella si ingrossi ancora di più e che il buchino dell’uretra si allarghi, quindi ci infilo la punta della lingua, chiudo le labbra intorno alla cappella e comincio a succhiare come un forsennato. Il risultato non si fa attendere: Gianluca comincia ad agitarsi, a gemere, a girare la testa da un lato e dall’altro, come posseduto: “Cazzo ma sei il demonio! Quanto mi fai godere! Ahh, sì, continua! Ti piace il mio cazzo, vero? Te lo stai gustando! Adesso te lo do per bene!”.
    
    Prende il mio viso tra le mani e lo tiene fermo e contemporaneamente comincia a muovere il bacino: “Fatti scopare in bocca! Apri bene che te lo ficco tutto dentro!”. Ma è talmente lungo che senza la mia collaborazione non riesce ad infilarlo interamente. Ne infila però una buona parte e aumenta il ritmo, tanto che faccio fatica a stargli dietro. Intanto tiro fuori il mio cazzo, mi bagno la mano e comincio a menarmelo.
    
    Ho capito che vuole godere e che non manca molto, del resto sono dieci giorni che è in astinenza e lo capisco. Infatti dopo una ventina di secondi comincia a muoversi come un tarantolato e ad aumentare il ...