1. L'ottomana di felpa


    Data: 28/09/2020, Categorie: Sensazioni Altro, Autore: Idraulico1999

    Lui non era per niente un bell�uomo, all�opposto, aveva un fisico magro e vestiva come un giurista, pronto a entrare in qualche aula dimenticata e impolverata d�un qualsiasi tribunale, con la barba e i capelli lucenti che componevano un forte contrasto esaltando il resto con l�incarnato di quel viso scuro solcato da quelle rughe profonde. Quando lo vidi per la prima volta rimasi un po� contrariata, delusa e pure sconfortata, poiché lui stava dritto come uno stremato all�angolo della strada, dove c�eravamo fissati l�appuntamento accanto a un�automobile assai lussuosa. Io avevo paura, però mi feci avanti con l�aria baldanzosa e spavalda, perché sapevo o almeno credevo di sapere che cosa m�aspettasse, in quanto pensavo di poter controllare tenendo a bada in modo agevole e semplice la situazione. In definitiva quella condizione io l�avevo sennonché volutamente generata tempo addietro, replicando zelantemente a quell�avviso pubblicato su quel rotocalco, che a me pareva talmente avvincente e intrigante, misurandomi con me stessa, valutando in ultimo dove sarei potuta arrivare saggiando inconsapevolmente i miei innati limiti.Io volevo tradire ponderatamente mio marito e volevo metterlo in atto per soldi, in quanto desideravo e m�imponevo di comprendere raggruppando i miei viziosi pensieri, cercando di rendermi conto che cosa si prova realmente in ultimo nel fare sesso senza un briciolo d�amore o almeno di passione. Salii sennonché in auto senza dire una parola, lui mi squadrò alla ...
    ... svelta da dietro le lenti degli occhiali e dopo esigue ed impacciate espressioni a seguito della presentazione avviò il motore. Io francamente reputavo che lui m�avrebbe portato in qualche alberghetto di periferia, eppure mi sbagliavo, dato che uscì fuori dalla città e s�avviò verso la silenziosa e verdeggiante campagna.�La casa dove ti sto portando l�ho comprata tempo fa, anzi, onestamente non la utilizzo quasi mai, tenuto conto che i miei figli sono ormai diventati grandi� - mi riferì pacatamente con il suo flebile tono di voce.Io iniziavo a sentirmi alquanto impensierita e risolutamente inquieta, lui se ne accorse e mi sorrise confortandomi, si fermò davanti a un cancello di ferro battuto attraverso il quale s�intravedeva il rigoglioso fogliame degli alberi.�Andiamo, vieni� - mi riferì prendendomi con prestanza la mano.L�ingresso era rivolto direttamente sul soggiorno, in quanto era buio e scuro, perché la poca luce che filtrava penetrando in quella stanza sfiorava appena i pesanti mobili di mogano, i tappeti e i quadri, illuminando un grande canap&egrave di velluto dal colore rubicondo scurito. Continuando a tenere la mia mano nella sua, lui mi fece accostare proprio vicino a quel canap&egrave, poi si collocò di fronte a me, mi tolse il cappotto e mi squadrò per bene dalla testa fino ai piedi, scrutando ogni centimetro di me come se volesse misurarmi e valutarmi. In nessun caso, come in quella precisa circostanza, io mi ero sentita così imbarazzata e insicura, malgrado ciò ...
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