La Coinquilina cap.13
Data: 07/12/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Saretta
... più grande di lei, bionda e un po’ appariscente. “Buonasera, ho un appuntamento con la dottoressa alle 18, mi chiamo Gusta...” “Oh prego si accomodi, lei è l’ultimo paziente stasera, non ho bisogno delle sue generalità La dottoressa l’aspetta, venga che l’accompagno.” Paziente….questo sostantivo non gli piacque. Intrinsecamente significava che era già malato. Gustavo entrò nello studio di quella psicologa pochi secondi dopo. Vide davanti a lui una scrivania alla quale era accomodata una donna bionda, con i capelli lunghi e ben curati che le cadevano sulle spalle. Aveva un trucco leggero meno che sulle labbra, dove risaltava un rossetto rosso molto acceso. Gli fece cenno di accomodarsi mentre stava chiudendo una telefonata. Gustavo si guardò intorno. Le pareti erano decorati da alcuni quadri paesaggistici. Riconobbe lo stile dei macchiaioli. “Ok, va bene, allora fissiamo per lunedì...perfetto. A presto, arrivederci. “Uff, eccoci! Mi scusi, piacere, io sono Laura. Lei deve essere Gustavo, Elisabetta mi ha parlato di lei.” Si alzò per stringergli la mano e Gustavo vide il suo golfino grigio chiaro avvolgere una camicetta bianca. Non ebbe modo di rendersi conto di cosa portasse nella parte inferiore, se gonna o pantaloni. “Sì, beh siamo amici dal liceo. Le ho fatto anche da testimone al matrimonio” “Ohh sì lo so, pensi che ci siamo conosciute proprio nel suo viaggio di nozze a New Orleans. Mio marito le ha rovesciato una spremuta d’arancio addosso nella sala da pranzo ...
... dell’hotel. Un po’ bizzarro come incontro ma abbiamo iniziato a parlare, abbiamo scoperto di essere della stessa città e da lì è nata una bell’amicizia, anche fra i nostri rispettivi consorti”. Gustavo si sedette sulla poltrona collocata davanti alla scrivania, era molto comoda ed accogliente, sembrava quasi sprofondarci. Vide le gambe di Laura allungarsi sotto la scrivania: doveva indossare una gonna non troppo lunga perché poté vedere le calze nere velate arrivarle quasi fino al ginocchio. Ai piedi indossava due decolté con un tacco largo, di una decina di centimetri di altezza. La scrutò per tutto il tempo in cui si dedicò a raccontargli dell’incontro con la sua amica Elisabetta e pensò subito che era sicuramente una bella donna, fine e non così appariscente come si era immaginato. “Allora Gustavo, se sei d’accordo ci diamo del tu visto che sei giovane. Vorrei sapere perché sei qui. Cosa speri che io possa fare per te?” Gustavo la guardò per qualche secondo senza riuscire ad aprire bocca. Perché doveva raccontare i suoi turbamenti ad una sconosciuta? Per di più una donna...sentì il suo cuore accelerare, poi vide gli occhi di Laura sereni e pacifici. Pensò che alla fine si trattava di un medico e iniziò a parlare. Fu un fiume in piena. Si rese conto di come fosse facile parlare con qualcuno che ti ascolta senza interrompere e senza tirare occhiate perplesse. Le parlò di tutto. Iniziò con Sara passando per le sue esperienze infantili; le raccontò dei rapporti avuti con le donne fino a ...