1. Il desiderio di esser cornuto.


    Data: 11/10/2020, Categorie: Scambio di Coppia Autore: kobane, Fonte: Annunci69

    ... Accarezzargli i boxer tesi, poi sollevare l’orlo, far scivolare fuori il cazzo. Un fremito di gelosia mi coglie mentre mi racconta, con lascivia ancora in parte simulata, ciò che già so.
    
    “Gliel’ho tirato fuori dai pantaloni…era caldo, più morbido del tuo ma già grosso, completamente coperto dal prepuzio. Me lo sono portato alle labbra e l’ho messo in bocca…è diventato più duro, ed io con la lingua sono andata a cercargli il buchino, come piace a te, l’ho scappellato con la lingua…era caldo…e più dolce del tuo…sapeva di cazzo…mi sono sentita così…” “Puttana!” quasi urlo mentre immagino il movimento ritmico della sua sua testa sull’inguine del ragazzo, i rumori della succhiata, “continua!”
    
    “Intanto gli accarezzavo le palle, ho cominciato a baciargliele, ma aveva un cazzo troppo bello. Ho continuato a succhiarlo, è diventato durissimo, mi sono fermata per non farlo venire”.
    
    “Mi bagnava la bocca con le gocce della sua erezione, ed io gli accarezzavo i glutei, la pancia. Gemeva mentre lo succhiavo, e si è eccitato ancor più quando ho smesso, ho risalito il suo corpo con piccoli baci, gli ho aperto le labbra con la lingua. E’ proprio un bel ragazzo” aggiunge, col chiaro intento di farmi ingelosire “mi ha detto che ero la ragazza più eccitante con cui era mai stato, di farlo venire. Gli ho detto che avevo altri progetti per lui, ma si è limitato a dirmi: ‘anch’io’. E mi ha abbassata di ...
    ... nuovo, di fronte al suo uccellone.”
    
    “E tu?” le ho chiesto, ben sapendo che quando parte per una direzione, non c’è verso di farla tornare indietro. Le guardavo le labbra, cercavo qualche segno ma no, era il suo sorriso che avevo baciato. La sua lingua che aveva cercato la mia un attimo prima, niente più.
    
    “L’ho spinto sulla nostra poltrona. Mi sono detta, se mi dici sempre che sono una brava puttana quando te lo succhio così, perché non farlo con un altro uomo? Non è quello che volevi?” Mi guarda maliziosa, interrogativa; a che gioco sta giocando?
    
    “L’ho fatto venire…in bocca. Come mi ha ordinato. Volevo andare in bagno, a sputare come faccio sempre, ma mi ha preso per i capelli e ordinato di bere tutto, senza sprecarne una goccia…”
    
    “Voglio sentirtelo dire.”
    
    “Sì, l’ho mandato giù. Ho bevuto il suo sperma.” “Com’era?” Silenzio. “Raccontami. Dimmi cosa hai provato!” incalzo, urticato dall’urgenza di sentirmi raccontare l’indescrivibile. “Lo sentivo scendere giù per la gola, era…eccitante…mandarlo giù…mi sono sentita una porca…è questo che vuoi sentirti dire? Volevo tutto di lui…mi sono sentita la sua donna…la sua troia!”
    
    Quante volte l’avrei voluto io stesso! Ma non l’ho mai costretta, credevo le facesse schifo. Una punta di dolore si aggiunge ai miei sentimenti.
    
    Non parla più; mi guarda, con uno strano sorriso. Un sorriso che mi fa capire che il racconto non è finito lì.
    
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