1. Storia di un ragazzo. cap. 3 - amicizie e gelosie


    Data: 16/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Marmarpe, Fonte: Annunci69

    Marco continuava a fissare il display del cellulare. Avrebbe voluto cancellare quel messaggio, senza nemmeno averlo letto. Nella sua testa c'era un mix di paura ed eccitazione che lo fece tentennare fino alla fine. Poi, quasi come un automa, toccò il display è lesse il messaggio:" Non sei tu a decidere se e quando dobbiamo vederci. Io ti voglio e tu devi essere mio!". Poche parole, lapidarie. Stavolta Fabrizio si era spinto oltre. Voleva fargli capire che non gli importava di sua moglie e della sua famiglia. E non gli importava nemmeno dei sensi di colpa e delle reticenze di Marco. Lui lo voleva. Questa era l'unica cosa che importava. E non si sarebbe arreso facilmente.
    
    Marco uscì sul balcone, si accese una sigaretta e cercò di trovare le parole giuste per convincere Fabrizio a lasciar perdere. Ma le uniche cose che passavano per la sua testa erano le immagini di Fabrizio, i suoi occhi mentre lo possedeva, l'odore della sua pelle sudata, il sapore dei suoi baci, le sue parole mentre era tra le sue braccia. E così non gli scrisse niente, lasciò perdere tutto, sperando che il tempo avrebbe fatto la sua parte. Passarono diversi giorni e non sentì più Fabrizio. Le ferie stavano finendo e Marco le aveva passate tutte con la speranza di abbandonarsi di nuovo tra le sue braccia. E con la paura che questo potesse accadere davvero. La sera prima di tornare al lavoro, Marco scese al solito bar per comprare le sigarette e, appena fu dentro, il cuore gli balzò in gola. Fabrizio era ...
    ... lì, insieme a suo figlio. Lo salutò subito:" Ehi Marco, come stai?" E lui:" Bene, grazie". "Sai che domani iniziò a lavorare sul cantiere di via Roma? Di una mano ad Alfio, il mio amico piastrellista", continuò Fabrizio. Marco si lasciò scappare solo un "sono contento per te". In realtà non era affatto contento. Su quel cantiere lavorava anche lui e questo lo fece preoccupare. E non poco. Tornò a casa e, come al solito, si sentì in colpa. Ma stavolta si sentiva in colpa perché in realtà il suo cuore era pieno di gioia per il fatto che, molto probabile, avrebbe incontrato Fabrizio tutti i giorni al lavoro. Dopo una notte quasi insonne, il mattino seguente arrivò e Marco andò al lavoro. Il meteo da giorni aveva annunciato l'arrivo di correnti calde dall'Africa. E, infatti, alle 8 del mattino, l'aria era già irrespirabile. Passò dall'ufficio per prendere la documentazione di cui aveva bisogno e si record sul cantiere di via Roma. Sbrigò alcune formalità e poi, finalmente, vide Fabrizio. Stava lavorando insieme al suo amico in un appartamento del piano terra. Si salutarono e Fabrizio gli presentò Alfio. "Ciao, piacere Alfio". Marco lo guardò e solo allora si accorse di quanto era "interessante". Alfio era un ragazzo sulla quarantina. Molto simile a Fabrizio nella corporatura ma con i capelli cortissimi e biondi. Indossava solo un paio di pantaloncini, ricavati da una tuta tagliata che lasciavano intravedere un pacco niente male, il torace era coperto da una peluria biondissima e le ...
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