1. La prima volta - cap. 3


    Data: 17/10/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Movimento1974, Fonte: Annunci69

    Impiegai due ore per percorrere i 100 km che ci separavano dalla prima tappa, due ore di torture continue della mia piccola che arrivò anche a sdraiarsi di fianco sul sedile col culo ben in vista e rivolto verso di me. “Sto cercando una posizione più comoda” disse. Ebbi modo di notare il colore delle sue mutandine, nere, ma non mi concesse niente altro, neanche una carezza in mezzo alle cosce per sentire quanto quel gioco la stesse eccitando.
    
    Giunsimo alle 11 nel paesello dove ogni anno veniva organizzato uno dei più importanti mercatini di Natale dell’intera regione. Di natalizio c’era ben poco in quel mercatino, solo qualche bancarella di addobbi e fuochi pirotecnici, per il resto solo abbigliamento a buon mercato e cianfrusaglie che si impacchettano per regalarle e costringere gli altri a farti fare la stessa cosa. Mi interessava poco del mercatino, l’unica mia preoccupazione era far passare velocemente la giornata cercando di calmare lo stato di perenne eccitazione in cui mi trovavo. Ma anche la confusione di quel mercato non riuscì a distogliermi dai miei pensieri su di lei perché, la stronza, approfittando della bella giornata andava in giro tenendo il cappotto in mano e il vestito che indossava, anche se non era affatto sexy o volgare, aveva il pregio di mettere in evidenza e con eleganza la sua siluette e le sue forme suscitando in me anche un pizzico di gelosia oltre che di eccitazione. Si fermò anche ad una bancarella che vendeva biancheria intima per comprare ...
    ... qualcosa di rosso per la fine dell’anno e vederla armeggiare con quelle mutandine, anche se molto volgari e per niente eccitanti, mi fece ulteriormente andare fuori di testa. Era una ragazzina ancora e anche sotto i vestiti portava cose da ragazzine, niente di particolarmente audace. Mutandine di cotone colorate e qualche volta azzardava un perizoma senza alcuna pretesa, ma più per la praticità, diceva lei, che per farmi eccitare. Per me era ugualmente un piacere dare una sbirciatina a quegli orsetti, gattini o cagnolini che c’erano stampati sopra dopo avergliele tirate giù fino alle ginocchia mentre iniziavo toccarle la figa prima di scoparmela da qualche parte. La scopavo da dietro, all’impiedi, e quelle mutandine che andavano poi a finire sulle sue caviglie impacciandola nei movimenti e impedendogli di aprire le gambe come avrebbe desiderato, contribuivano a farmela sentire più mia, più sottomessa, prigioniera mentre con una mano la tiravo per i capelli e con l’altra le tenevo le natiche aperte per guardare le labbra della figa che si aprivano avvolgendo l’asta del mio cazzo ad ogni su e giù.
    
    Perdevo ogni freno quando facevamo l’amore. Abbandonavo l’abito del ragazzo dolce, premuroso e innamorato e diventavo rude quasi violento. E a lei non dispiaceva, anzi, tutt’altro, alcune volte subiva anche lei la mia stessa trasformazione. Frasi come “Sono fradicia”, “Mi sto aprendo tutta”, “C’ho un lago tra le cosce”, “Fammi sentire questo cazzone”, “oooooohhhh…Sborra anche tu” ...
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