IL TUTOR
Data: 19/10/2020,
Categorie:
Voyeur
Masturbazione
Autore: sleeppig, Fonte: xHamster
... quando cercai di fermarmi e trattenermi; dovevo aspettare loro, volevo godere con Simone.Rallentai, per riprendere lucidità, per detonare quella bomba di goduria che ormai stava per brillare nel mio corpo, con enorme fatica.Tremavo tutta, sentivo caldo, il mio clitoride cominciava a pulsare, quasi fosse pronto per esplodere. Pensavo a Simone, al suo generoso membro, al suo culo tondo e sodo che in modo deciso si muoveva su e giù, affondando precisi colpi che permettevano di far sbattere quella suo turgido e tornito fallo dentro me, in punti così sensibili che non avrei neanche pensato di avere.Mentre la sua donna cominciava ad incitarlo urlandogli “sii… sii… ahhh… sii..” anch’io sottovoce chiedevo la mia parte “Sii.. dai.. sbattimi.. sbattimi.. ti prego, fammi godere, dai…!”Iniziai sussurrando e poco dopo mi trovai a dire quelle cose ad alta voce.Mi zittii con il cuore in gola.Nella stanza accanto, intanto, i toni si erano particolarmente accesi; con un sospiro di sollievo, ritenni improbabile che qualcuno mi avesse sentito.Ad un tratto cominciarono delle raffiche di colpi, generate dal loro letto che incessantemente sbatteva sulla parete, che echeggiavano nella mia camera.Sincronizzai i movimenti del mio cacciate a quei colpi sonori e decisi; totalmente coinvolta esplosi il mio orgasmo, in simultanea con quello di Simone!Mi uscì un urlo.Non riuscii proprio a contenerlo.Quello che il mio corpo stava generando non era un semplice orgasmo, era una sensazione di goduria così ...
... violenta, piena, ustionante nelle vene, che mi fece perdere ogni tipo di controllo.Sussultavo e singhiozzavo.Come la sera prima una scarica elettrica di corrente alternata mi aveva colpito, nel corpo e nella mente.Capitolo VI.Nei giorni seguenti cercai, in qualche modo, di gestire le emozioni diurne, per sfogarle poi la sera nel mio letto con uno spettacolo sonoro del tutto personale.Lavoravo abbastanza serena, condividendo la presenza di Simone cercando di non farmi trasportare da strane ansie o infantili imbarazzi.Era il mio giocattolo notturno, colui che mi faceva scaricare le negatività e ristabiliva il giusto equilibrio nel corpo e nella mente.Avevo anche la convinzione che lui, tutto questo, lo ignorava totalmente.Simone, nel frattempo, nel contorno dei suoi modi gentili, aveva aumentato i nostri contatti fisici; le sue mani sempre più frequentemente cercavano il mio corpo.Certo non mi davano fastidio, anzi, cercavo di assaporarmi quelle toccatine sfuggenti, apparentemente fatte senza malizia tra persone che condividono gli stessi spazi, in un comune ambiente di lavoro.C’era la presa ai fianchi per spostarmi leggermente quando passava, la mano sulla schiena, che inevitabilmente scendeva sempre sul culo mentre gli porgevo qualche documento da firmare, la mano sulla coscia mentre eravamo seduti ed affiancati al computer, mossa questa utilizzata per sporgersi verso lo schermo per indicare qualcosa con l’indice dell’altra mano (il gesto implicava la scusante di una ricerca di ...