1. L'emiro vi - l'accoglienza


    Data: 09/12/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... fottermela con forti spinte dal basso. Ero la sua preda e lui era la mia. La mia abbondante saliva era il lubrificante e ben presto si accompagnò alla sua prima abbondante sborrata, che naturalmente inghiottii senza ritegno, fino all'ultima goccia, leccandomi le labbra.
    
    Mi accoccolai sotto la sua ascella, perso nel suo afrore. Quando si fu ripreso, si voltò verso di me e mi coprì di baci la faccia. Era felice come un bambino ma ben presto si mostrò come un uomo non ancora pienamente soddisfatto. Il cazzo gli era tornato duro come il marmo e grosso da far paura. E paura dovevo averne perché adesso mirava ad avere dell'altro. Sapevo che sarebbe stato doloroso ma sapevo anche che poi tutto si sarebbe trasformato in un piacere paradisiaco.
    
    Mi voltò come un fuscello. Piantò la sua barba tra le mie natiche, a lappare quel buchino tanto usato ma sempre inizialmente piccolo e stretto. Presto il buchino fu pronto all'agognato "sacrificio". Mi venne sopra, puntò il grosso randello e, con una lieve spinta (tanto bastò, visto il desiderio che avevo), mi entrò l'intera cappella. Un "Aahhmm" flebile, emesso dalla mia giovane voce, lo ...
    ... incitò a darci dentro e, in un attimo, me lo piantò fino al pelo tanto da togliermi il respiro. Subito cominciò la cavalcata, forte, possente. I miei gemiti e gridolini si fondevano con i suoi grugniti e le piacevoli volgarità ed insulti che mi regalava, un po' in italiano, un po' in inglese, un po' in arabo, che non comprendevo ma capivo che erano dello stesso genere degli altri.
    
    Me lo tolse di dentro con un flop. Mi girò rapidamente. Mi prese per le caviglie e me lo ripiantò dentro, tutto. Oddio quanto era grosso e che bestia affamata mi trovavo davanti. Fui preso da un orgasmo pauroso, il mio culo cedette completamente, aprendosi di colpo e non facendo più alcuna resistenza contro l'invasione animalesca, e me ne venni sulla pancia, non sò quanto, avevo altro da pensare in quel momento che vedere il mio sperma anzi, in quel momento non pensavo più a niente, ero tra le nuvole. I colpi si fecero sempre più stretti, sempre più violenti, sempre più feroci finché, con un urlo che tutto il palazzo sentì certamente, mi sparò dentro una quantità enorme di sborra. E tutti seppero che il matrimonio era stato consumato.
    
    (segue)
    
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