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Il venditore ambulante del mercato iv
Data: 20/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Soundserio
... “Voglio che mi scopi davanti a tuo figlio” dissi pronta a riceverlo ancora tutto - “Sei proprio una puttana!” disse lui venendomi incontro e notando che dalla fessura si vedeva la sua bancarella e il figlio che iniziava a ritirare la merce. Appena si avvicinò mi lanciò una sculacciata fortissima alle chiappe, poi ancora un’altra e un’altra ancora. Erano fortissime, sentii dolore ma anche piacere nel sentirmi il suo oggetto. Si posizionò dietro di me e mi infilò di botto il suo cazzo dentro. Ebbi un male pazzesco, ma meritavo quella punizione. Scopava forte come un toro senza fermarsi, mi sbatteva talmente tanto che per un secondo pensai che la sedia crollasse sotto di noi. Continuava senza fermarsi, un cavallo impazzito che trapanava e sculacciava il mio culo. - “Sei proprio una troia birichina tu!” - “Si, sono la tua troia, scopami dai” Continuava a sbattermi con una forza e una velocità mai sentita prima. A ogni colpo gridavo di piacere, senza aver tempo di respirare tra uno e l’altro. Ero martoriata di minchia. Sentii la sua mano che mi arrivò sul viso e mi tappo la bocca mentre continuava a sbattermi forte. Ero sfinita, ma ne volevo ancora. Lui non si ...
... fermava più, sino a che si fermò di punto in bianco: - “Sborro cazzo!” - “No aspetta! “ Dissi girandomi verso di lui, inginocchiandomi di tutta fretta e levando il preservativo dal nerchione - “Riempimi di sborra calda” Gli dissi segando il suo cazzo Dopo qualche secondo scoppiò, quattro schizzi di sborra bianca, calda e densa mi invasero il viso, il collo e il petto. Lui emise un gemito di piacere non indifferente e soddisfatto. Gli ripulii il cazzo con la bocca e subito si rialzò il pantalone, si chiuse la zip e fuggì via senza dire una parola. Io rimasi inginocchio in camera a segarmi finché anch’io sborrai. Mi ripulii e indossai qualcosa addosso perché non potevo non salutarlo con un ultimo sguardo. Mi affacciai e lo vidi finire di caricare gli scatoloni con suo figlio, ignaro della perversione del padre, e salire a bordo, mi guardò con faccia seria e soddisfatta e partì. Andai in bagno per sciacquarmi il viso fischiettando e poi in cucina per prendere dell’acqua, ma li ebbi un attimo di gelo. Notai qualcosa che quella mattina non avevo ancora visto, sul tavolo della cucina ci stava la valigetta di lavoro di Marco e le chiavi della sua macchina. .