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Fra sodomizio - 4
Data: 22/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad
... da cui non c’era requie. Fu in quel momento che il volto angelico di fra Gelsomino si affacciò all’uscio dischiuso, e rimase attonito alla vista dell’amico che si torceva sul lettuccio in preda agli spasimi. “Cos’hai, fratello?”, gli chiese alla fine, facendosi avanti. L’altro lo guardò con gli occhi vacui, senza rispondere. “Sono le pulci che non ti danno tregua?”, chiese ancora il fraticello. Con un grugnito, fra Sodomizio si tolse le dita dal culo. “E’ questo!”, mugugnò alla fine, stringendosi convulsamente il cavicchio e arcuandosi, spingendo in alto il bacino. Non era la prima volta che fra Gelsomino vedeva la nudità dell’amico, ma mai in uno stato di così rabbiosa eccitazione. Fra Gelsomino non capiva cosa poteva essere successo, ma soprattutto non sapeva cosa fare per dargli sollievo. “Mi brucia tutto… “, gemette fra Sodomizio tornando a torcersi sul lettuccio, sempre con la mazza stretta nel pugno. “Ci dev’essere entrato qualcosa…”, azzardò il fraticello. “Sì, il verme dello sturbo…”, sospirò l’altro, guardandolo fisso. “Il verme dello sturbo? – chiese fra Gelsomino – E che verme è?” “E’ un verme maledetto, che ti entra qui dentro mentre non ci guardi, e ti fa impazzire…” “Cosa si può fare?” “Bisogna soffocarlo. – rispose fra Sodomizio – Bisogna ficcare questo arnese in un posto buio e stretto, dove non c’è aria, e aspettare che soffochi. Tu potresti aiutarmi.” “Va bene, fratello, dimmi soltanto cosa devo ...
... fare.” “Davvero faresti questo sacrificio per me?”, mormorò fra Sodomizio con voce già colma di gratitudine. “Tu hai fatto tanto per me…” “Allora, togliti il saio.” “Ma…” “E’ necessario, è così che si fa.” Fra Gelsomino si sfilò il saio. “Togliti anche la braghetta.” “Ma dobbiamo giocare a spulcia la pulce?” “Fallo, per favore…” Il fraticello si sfilò anche la braghetta: mai era apparso così bello e voluttuoso agli occhi dell’amico, che allungò la mano a lisciargli il culo vellutato. “Salimi sopra” Fra Gelsomino non capiva, ma non fece obiezione: salì sul lettuccio e si pose a cavalcioni dell’amico, che si tenne diritto con la mano il cazzo sbavato e guidò il fraticello in modo da puntarglielo sul buco del culo. “Siediti, adesso.”, mormorò col cuore in gola per l’emozione. Un po’ il peso della gravità, un po’ la pressione impressa da fra Sodomizio, che lo aveva afferrato per i fianchi e spingeva in basso, il glande viscido riuscì a sgusciare oltre lo sfintere, forzandone la resistenza. “Ahi! – fece il fraticello all’improvvisa fitta di dolore – Ma che stai facendo?” “Sta buono… sta buono, ti prego: è l’unico modo per soffocare il verme dello sturbo. Lo so che ti fa male… ma sapessi cosa sto soffrendo io… Fra un po’ ti passa… Fra un po’ staremo meglio tutti e due.” Al pensiero di aiutare l’amico a soffocare quel verme maledetto, fra Gelsomino strinse i denti e soffocò i gemiti per il dolore che il grosso cavicchio procurava al suo vergine ...