In famiglia ci si aiuta - Capitolo 6 - FINE
Data: 16/08/2017,
Categorie:
Incesti
Autore: Empire1, Fonte: EroticiRacconti
Era ormai arrivata l'estate e io decisi di dare una svolta a quella storia morbosa, facendola diventare... ancora più morbosa! Organizzammo di passare qualche giorno nella nostra casa in montagna e invitammo anche i miei suoceri: a mio suocero avrebbe fatto bene respirare un po' di aria di montagna, mentre mia suocera pregustava già la possibilità di essere vicina al mio cazzo per un po’ di tempo. A quel punto, dopo tutti quei mesi a darle piacere, ero ormai sicuro che mia suocera avrebbe fatto tutto quello che le avrei detto di fare. Così, qualche giorno prima di partire (e subito prima di scoparla, così da essere sicuro di avere il suo pieno accordo...) la misi a parte del mio piano per quel weekend in montagna. Partimmo un venerdì sera e ci ritrovammo in montagna, dove avevamo due case adiacenti unite da un grande giardino. Dopo una cena veloce andammo a dormire: noi e i bimbi in una casa, i miei suoceri nell'altra. Quando il sabato ci ritrovammo tutti per pranzo intorno al tavolo del giardino, mia suocera era molto agitata e sembrava nervosa, ma io sapevo che il motivo era la sua grande eccitazione per ciò che sarebbe successo di lì a poco. Il pranzo passò in fretta, tra una chiacchera e un’altra. Intorno alle 2 alcuni amichetti dei miei figli vennero a prenderli per andare insieme a loro in una casa lì vicino dove si sarebbe tenuta una festa di compleanno, che li avrebbe impegnati per tutto il pomeriggio. Mio suocero, come prevedibile, ci disse che era un po' stanco e ...
... che sarebbe andato a riposare nella sua camera. Rimanemmo io, Eleonora e sua madre Lucia. Dopo poco anche Eleonora si alzò e ci comunicò che sarebbe andata in camera da letto a leggere un libro. Quando mia moglie fu finalmente entrata in casa mi alzai e mi diressi verso Lucia, che mi aspettava in trepidante attesa. La feci alzare, le alzai un poco la gonna del leggero vestito estivo che portava, le scostai le mutandine e le infilai un dito nella figa. Lei gemette nel sentire quell'improvvisa penetrazione. Quando tirai fuori il mio dito era pieno di umori a conferma della sua grande eccitazione. “Si proprio una porcellina”, le dissi con sorriso. Le appoggiai il dito sulle labbra e lei lo succhiò avidamente. “Ora vai nell'orto e aspettami.” L'”orto”, così lo chiamavamo, si trovava in fondo al giardino, in un angolo delimitato dal muro di cinta e da due alte siepi, che rendevano impossibile vedere cosa o chi ci fosse dentro. Una volta, tanti anni prima, veniva effettivamente usato come orto e per abitudine lo chiamavamo ancora così, anche se ormai da anni l'avevamo ricoperto di erba e avevamo installato uno di quei grandi e rotondi letti da giardino, su cui due o tre persone potevano comodamente sdraiarsi. Qui io e mia moglie avevamo passato serate romantiche a guardare le stelle e notti infuocate a fare sesso. Lucia sapeva di dovermi aspettarmi lì: io invece mi diressi verso la mia camera, dove trovai Eleonora sdraiata sul letto intenta a leggere un libro: per prima cosa notai le ...