1. Sviluppi imprevisti - barcellona (12)


    Data: 30/10/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio

    Il quinto giorno nella capitale catalana passa lentamente. Io, Pino ed Enrico ci raccontiamo le esperienze di ieri, mentre passeggiamo per l’ennesima volta in su e in giù lungo la Rambla.
    
    “Il riccone sta cercando una brava troietta per svezzare il suo rampollo!”, dice, d’un tratto, Enrico. “Ed io ho pensato a te!”, aggiunge voltandosi verso Pino.
    
    “Non starai mica diventando il mio pappone?”, gli chiede il biondino, scherzando.
    
    “Vedrai che non ti dispiacerà!”.
    
    “In che senso?”.
    
    “Beh… prima di accettare ho voluto dargli un’occhiata. E devo dire che ha un buon potenziale. Certo: è inesperto! Ma è proprio a questo che servi tu. Devi dare il meglio di te! Il nababbo ha detto che, se ti comporti bene, ci sarà un premio per tutti!”.
    
    “MMMMM, interessante!”, intervengo. “Anche per me?”.
    
    “Sì sì! Gliel’ho detto che avevo a disposizione due puttanelle, ma secondo me Pino è più adatto in questo caso”.
    
    “Ok, mi fido di te!”, gli rispondo.
    
    “E quando…?”, fa Pino, impaziente.
    
    “Domani sera!”, ribatte Enrico.
    
    “Bene, così ho tutto il tempo per riprendermi dalla monta di ieri!”. Il braccio di Thor deve averlo scavato bene dentro e, naturalmente, il mio amichetto ha bisogno di fare riposare un po’ lo sfintere, altrimenti rischia di non provare il piacere che cerca.
    
    L’indomani siamo tutti e tre eccitati per questo incontro, che, però, avverrà solo nel pomeriggio. Soprattutto, siamo curiosi di sapere quale sarà la ricompensa che il riccone ci darà per la ...
    ... prestazione di Pino.
    
    Dopo pranzo io e il biondino ci diamo una bella pulita, pronti ad ogni evenienza. Ci vestiamo e usciamo diretti verso la nostra destinazione.
    
    Il posto è veramente stupefacente: un cancello enorme ci introduce in un parco talmente grande da non permetterci di vedere la residenza del nostro ospite, se non dopo aver percorso almeno un paio di chilometri. Il taxi ci lascia nel cortile in ghiaia. Un maggiordomo ci apre la porta senza che noi suoniamo: ci aspettavano.
    
    Il padrone di casa ci accoglie dalla scalinata che porta al piano superiore. Indossa una vestaglia di raso e, mentre scende le scale, posso distinguere via via il suo personale. Non è un bell’uomo. Anzi, credo che non lo sia mai stato. È un po’ sovrappeso e tarchiatello. Si rivolge ad Enrico, dandogli il benvenuto, e poi si presenta. Io e Pino rispondiamo con quel poco di spagnolo che abbiamo appreso in questi giorni e poi tutti e tre lo seguiamo nel salotto.
    
    Ci accomodiamo sul divano e il maggiordomo ci offre qualcosa da bere. Il gigantone scambia qualche battuta con l’uomo e poi entrambi si alzano. Io e il biondino ci guardiamo: ci siamo! Leviamo il culo dalla seduta e usciamo dalla stanza. Mentre saliamo per le scale, Enrico dice qualcosa all’orecchio di Pino. Una volta sul pianerottolo, il biondino viene invitato ad entrare in una stanza; noi tre, invece, entriamo in un’altra.
    
    La nostra è veramente sontuosa: i tendaggi da reggia e i quadri alle pareti farebbero impallidire anche la regina ...
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