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Sono il bull di mia mamma 3
Data: 30/10/2020, Categorie: Incesti Autore: PirataCuoreGranata
... Nudi cenammo, poi la feci alzare, la spinsi con la schiena sul letto, quindi m’avvicinai a lapparle la fessura vaginale, dopo due leccate le chiesi: “Mamma non credi che sia ora di fare la barba?” “Effettivamente si amore, hai la barba che punge come in fil di ferro” “Non la mia mamma, ma la tua qua in mezzo alle cosce” “Non li ho mai tagliati del tutto, solo accorciati a volte” “Mamma come mi piacerebbe se tu avessi la patata liscia, come una neonata” “Se è questo che desideri, quando torniamo a casa, me la depilerò totalmente” “Mamma, amore posso avere l’onore di essere io il tuo barbiere?” “Certamente!” Scopammo per diverso tempo quella notte, il primo sole ci colse addormentati, uno nelle braccia dell’altra. Dopo un primo bacio di buongiorno, presi mamma alla pecorina per una sveltina, dopo di che ci vestimmo per lasciare libera la stanza, mamma finito di vestirsi era uno splendore. Capelli biondo cenere, labbra con rossetto, rosso scintillante, rimmel alle ciglia, ombretto azzurro, molto calcato sulle palpebre, polpacci e cosce al naturale. Aveva indossato la camicia di seta grigio tenue, la giacca color senape, nella parte bassa le calze a rete rosse a maglie larghe, la minigonna inguinale con i tronchetti, che col tacco da 12 la slanciavano, a quel punto girandosi verso di me a bassa voce: “Amore hai dimenticato di comprare il reggiseno e le mutandine, ora dovrò mettere quelle che indossavo ieri!” “Non ho ...
... dimenticato di comprarli, non li ho comprati di proposito, ti volevo nuda in quelle parti, così da averlo in tiro in ogni istante, sapendoti così porca!” “Caro hai pensato, che quando siamo in stanza papà vedrà tutto?” “A cosa pensi, che serva la gonna lunga con gli spacchi laterali?” “Dovrei cambiarmi prima di arrivare in ospedale?” “No sciocchina, la gonna lunga la indossi sopra alla minigonna, così non vedrà che non sei senza mutande” “Diabolico!” “Guarda e fotografa bene nella mente” Detto questo aprii la cerniera dei jeans, feci uscire il cazzo già duro, mamma sorrise, quindi si abbassò, stampò un bacio con lo schiocco sulla cappella, poi estrasse la lingua, diede una bella leccata su tutto l’uccello. “Sai amore, che non amo leccare il cazzo, ma vederti così maestoso sapendomi con patata e meloni in libertà, mi ha fatto venire una voglia di scopare, che neanche immagini, purtroppo è già l’ora di liberare la stanza, dovremo rimandare tutto a questa sera” “Già!” esclamai, subito mi venne un’idea, eravamo a pochi chilometri dalla montagna, dove c’era un rigattolo d’acqua, in cui ci si poteva immergere i piedi e in certi punti nascosti ci si poteva accoppiare senza essere visti. Pagai il conto, saliti in auto, dopo aver limonato mamma le dissi: “Abbiamo tempo prima di entrare in ospedale, andiamo a fare una gita in montagna, e ha bagnarci i piedi nel ruscello” “Mi vuoi portare in camporella porco!” “Si scrofa mia!”