Nel vecchio ospedale
Data: 10/12/2017,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Calmatlantica
... non sia costretto ad andare a prenderli in parcheggio, si insospettirebbe. Che gli racconto? “Le presento i colleghi….. “ “stiamo organizzando un convegno, si vuole aggiungere?” Mentre me la racconto e rido tra me e me, si sposta verso la parte del parcheggio che sfugge alla mia visuale.
Arriva proprio quell’auto bianca, a quell’ora il parcheggio è mezzo vuoto e si vede bene. L’andatura lenta è propria di chi esplora un ambiente per la prima volta e cerca un parcheggio adeguato lontano da occhi indiscreti. Scende una bionda, dalla finestra all’ultimo piano vedo una figura di donna coperta da un soprabito nero, capelli che scivolano lisci sulle spalle. Si è sicuramente lei, o almeno lo spero. Lui più o meno come la descrizione, altezza media, moro. Sono loro: “siamo arrivati” io veloce digito: “aspettatemi in atrio”, voglio evitare il direttore sanitario.
Ascensore, corridoi vuoti con ambulatori chiusi, atrio, incrocio i loro sguardi, con un cenno mi faccio notare. Solo qualche sguardo distratto di qualche degente ai distributori automatici di caffè o di gente frettolosa che si reca a pagare il ticket per qualche visita specialistica. Il direttore è rimasto fuori, meglio così. Mi faccio seguire velocemente lungo i corridoi e raggiungiamo l’ascensore. Protetti dalle porte automatiche che si chiudono. Possiamo guardarci con calma e parlarci. Lei è bellissima ma veramente bella come non avevo osato immaginare. Bionda occhi azzurri, sguardo angelico e calmo, assolutamente ...
... calmo come fosse la cosa più naturale del mondo, D’altra parte nessuno di noi fino a quel momento poteva dire con certezza cosa andassimo a fare. Lui sportivo, padrone della situazione, occhi brillanti di chi ha voglia di giocare e si diverte a farlo. Dimostrano entrambe sicuramente meno anni dei 48-50 che han detto di avere.
Raggiungo Ia mia stanza, intorno stanze vuote, corridoi vuoti, mi sento sicuro. Mi siedo. Loro, tolto il soprabito, si siedono davanti a me esattamente come ho fantasticato molte volte. Come fossero una delle miriade di coppie che mi è capitato di vedere.
Iniziano a parlare. Vedo le gambe di lei velate da calze nere. Il vestito nero che la fascia, i tacchi, la pelle liscia del viso e gli occhi azzurri che mi scrutano. I discorsi sono un pò i soliti, quando abbiamo iniziato a giocare, esperienze precedenti, lei aggiunge che ha scoperto molte cose a cui non aveva mai pensato compresi i rapporti saffici, e le piacciono, molto.
Più del contenuto dei discorsi, in quel momento contano i piccoli gesti, le posture, gli sguardi. E’ stato chiaro: se sarà il caso, deciderà lui quando e come, in base alla reazione di lei. Io devo attendere un segnale per cui sto seduto e chiacchiero come se fossimo su un vagone di un treno in attesa della fermata, consapevoli che quel treno potrebbe anche tornare indietro alla partenza.
Invece no quel treno non tornerà indietro. Dopo una decina di minuti di chiacchiere, un attimo di silenzio, lui porta deciso e veloce la ...