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The pleaser
Data: 03/11/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: john_galt
... ragazzo alto e ben piazzato, chiaro di carnagione e di capelli, lui la palestra la frequentava con maggiore dedizione e i risultati li portava a casa. Finite le scuole ci eravamo persi di vista e questa lontananza lo rendeva così sfumato che si ritrovava spesso ad essere il protagonista delle mie fantasie omoerotiche. Il fisico imponente, una certa bossy attitude, un cazzo decisamente notevole, come tutti notavano dopo le partite di calcetto, lo rendevano il tipo ideale a cui mi sarei sottomesso volentieri. Cominciai a riallacciare i rapporti, non sapendo bene cosa volessi fare o fino a che punto spingermi, fatto sta che iniziamo a uscire insieme: passavamo qualche serata in centro a bere sia soli che in compagnia di amici, universitari soprattutto, c'era la tipa figa che piaceva a tutti e due ma che non ci cagava, quella non tanto figa ma interessante che ci provava con me e che una sera ci invitò a casa sua per una festa. Quella sera decidemmo di raggiungerli sul tardi, dopo il solito giro in centro, ed eravamo entrambi leggermente brilli quando prendemmo la sua macchina per andare alla festa, in un villetta fuori città. Il tragitto era piuttosto breve ma Massimo non volle aspettare e annunciò solennemente "devo pisciare". Accostò che ci trovavamo in un posto abbastanza desolato ai margini della zona industriale, scese e oltrepassò la macchina verso il mio lato; si fermò a qualche passo di distanza e cominciai a sentire il getto che colpiva l'erba sul bordo ...
... dell'asfalto. Come se nella mia testa qualcosa avesse fatto clic, o per coraggio alcolico non lo so, scesi dalla macchina e andai verso di lui, andai all in. Volevo vedere il suo cazzo, dovevo fare qualcosa. Mi misi accanto a lui. "Anche tu acqua?", chiese, "No", risposi secco, e lo guardai negli occhi, poi guardai in basso e lo vidi: era un cazzo magnifico, grosso, perfetto, l'asta liscia ma venosa, la cappella semiscoperta, ebbi un'erezione istantanea. "Che? Me lo vuoi scrollare?" disse con un mezzo sorriso, "No Massimo, non hai capito, voglio farti un pompino", e lo guardai fisso negli occhi. Lui si fece immediatamente serio, arretrò verso la macchina e si appoggiò sulla portiera posteriore. Non disse niente, il cazzo ancora fuori dai pantaloni, io avevo paura, ero pronto a girare tutto a scherzo goliardico, ma lui lo prese in mano e lo scappellò lentamente, "Dai prenditelo" un tono quasi autoritario. Tirai un sospiro forte, ero fuori di me, mi avvicinai e mi accovacciai sull'asfalto. Era lì, finalmente, a due centimetri dalla mia faccia, respiravo forte, volevo l'odore di maschio, l'essenza; chiusi gli occhi e cominciai ad annusare l'asta, la cappella, non riuscivo a fermarmi, mi resi conto che involontariamente avevo aperto la bocca e mi era sfuggito un gemito. "Annusami le palle" ordinò con un filo di voce, mentre le tirava fuori dalla patta e alzava l'asta verso di sé. Senza esitare mi portai con la faccia sulle sue palle. Erano grosse, avevano un odore forte, di ...