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Il club - capitolo III - Collana La Ragazza di Campagna Vol. III
Data: 05/11/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Koss
... il mio diletto, che ne dici? – Rosa si sentì venir meno, l’odio le montò dentro, si era offerta come una vacca, era disponibile a tutto e questa padrona bastarda ora voleva darle dieci colpi di frustino. Stava per gridare il suo furore, stava per alzarsi in piedi abbandonando la posizione in cui era stata messa, ma era una schiava ed era anche intelligente. Sapeva che una cosa del genere l’avrebbe pagata cara, Sara non gliel’avrebbe perdonata. Pianse, invocò pietà e poi si arrese. - Per il vostro piacere padrona sono disponibile a tutto, fate di me quello che volete. - La padrona prese dal sacco il frustino e girò dietro la schiava. Rosa strinse le chiappe e non fiatò, ormai era concentrata sul dolore imminente. La schiava tremava e sbuffava mentre Amalia se la prendeva con calma. La schiava sapeva, per diretta esperienza, che il frustino non era uno strumento di tortura molto doloroso, e sapeva anche che dieci colpi non erano moltissimi, ma ormai era logorata dalla tensione e dalla stanchezza. Amalia si mise di lato alla schiava e finalmente la colpì. Il colpo fu duro, ma la schiava era pronta, l’accolse irrigidendo il culo. Il colpo non affondò sul culo teso della schiava che soffocò il grido, strabuzzò gli occhi e cercò di non agitarsi. I colpi si susseguirono lenti e monotoni, il culo divenne zebrato, dapprima rosso e poi viola, ma la pelle rimase intatta. La schiava stringeva i denti, quando la schiava riceveva il colpo e cercava di assorbirlo spingendosi in avanti le ...
... gigantesche tette sobbalzavano libere ed invitanti. Amalia colpiva con metodo e si eccitava allo spettacolo offerto dalla schiava. Dopo cinque o sei colpi Amalia si concesse una pausa, tornò davanti alla schiava e ne prese in mano le tette, ne era irresistibilmente attratta. Ne pizzicò i capezzoli, la munse come una vacca e le strizzò con diletto, Rosa inerte si offriva rassegnata. Poi la padrona ritornò implacabile a colpire. Rosa teneva gli occhi socchiusi, velati dalle lacrime, mugolava di dolore e pregava che tutto finisse al più presto. Ora quella maledetta padrona la stava mungendo di nuovo, in altre circostanze non sarebbe stato male, ma in quel momento era un’ulteriore tortura. Però lentamente iniziava ad apprezzarne il tocco. Il mugolio di dolore lasciò posto ad un flebile inizio di piacere, le chiappe le facevano un male terribile, ma in basso si era bagnata, sollevò le palpebre e guardò la padrona con gli occhi velati di piacere, Amalia le sorrise soddisfatta, ma quel sorriso non prometteva niente di buono. Prima dell’ultimo colpo la padrona abbandonò la schiava e si alzò dal masso su cui si era seduta. Si portò nuovamente dietro di lei e si avvicinò al culo di Rosa, era viola, ma non c’erano escoriazioni, la schiava sarebbe rimasta per qualche giorno con il culo in aria e bisognosa di impacchi freddi. Le mise una mano sul culo, era gonfio e caldo, la schiava tremò a quel contatto, si aspettava il peggio, un graffio l’avrebbe lacerata e fatta soffrire indicibilmente, ...