Una storia di k
Data: 11/12/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Holling, Fonte: Annunci69
Se lo sentì appoggiare delicatamente sul buco. Avvertì il morbido del glande.
Era la prima volta per K. Certo, da ragazzino aveva avuto le sue esperienze. Col cugino Paolo che un po’ brutalmente gli aveva insegnato una serie di cose tenebrose e affascinanti, una sola storia di toccamenti e strofinamenti mai più ripetuta. E poi col suo amico del cuore Claudio, con cui aveva sperimentato molto e molte volte: ma la sua era stata sempre la parte attiva. Mai era stato posseduto, la parola è impegnativa, ma mai neppure era stato penetrato in un fugace rapporto. Ora, superati i trent’anni e avviato ad una vita eterosessuale, pensava con rammarico a quella mancanza.
E invece stavolta lo stava prendendo dietro.
Tutto era avvenuto velocemente, con scarse parole. Alle 8 di sera stava per prendere la doccia dopo la partita di tennis. Il suo compagno aveva già fatto la sacca e se n’era andato in fretta per un impegno a cena. Anche tutti gli altri erano fuori: dopo le 8 i campi chiudevano, non c’era illuminazione notturna.
Solo un giovane coetaneo trentenne indugiava con i preparativi per la doccia. Poi il giovane si tolse gli slip. Ci sono molti modi per togliersi gli slip: un atto rozzo, un atto provocatorio, un atto senza pensare, un atto consapevole, un atto malizioso.
Sembrò a K che il gesto del giovane fosse disinvolto, leggero. Senza slip, vennero alla luce cazzo e palle. Il quale cazzo, al momento, pensava a tutt’altro.
K deglutì. Gli venne in mente che gli ...
... sarebbe piaciuto toccarlo, sentirlo indurire nella sua mano. Si tolse dall’imbarazzo spogliandosi a sua volta e, inforcati i sandali di gomma, avviandosi la di là del muro divisorio, verso le docce.
Ce n’erano sei. K scelse la terza, sapeva che dava il getto migliore. Aprì il miscelatore, aspettò che l’acqua arrivasse alla temperatura giusta, e si mise sotto.
Ed ecco arrivò anche il giovane. Scelse la doccia accanto alla sua, la quarta. I due cominciarono a insaponarsi. Ma l’occhio di K cadeva sempre lì. Si passava la spugna sul petto, e guardava lì. Si girava di tre quarti per insaponarsi le braccia, e guardava lì. Poi si accorse con un sobbalzo che anche il suo vicino lo guardava: ma in viso.
Il giovane cominciò ad insaponarsi l’inguine. I peli del pube fecero subito schiuma. Il cazzo cominciava a muoversi. La mano insaponata vi corse sopra, andò in su e in giù. Scoprì il prepuzio. Lo insaponò, accarezzandolo. Ormai l’erezione era completa. K, affascinato e ormai immobile, era diventato duro a sua volta, e a sua insaputa. Adesso il giovane si insaponava il sacchetto. E poi sotto, tra le cosce, divaricandole leggermente: lì la sua mano rimase a lungo. E K capì che il giovane non aveva distolto lo sguardo dal suo viso neppure un momento. Capì che tutto ciò che il giovane stava facendo era un’offerta a lui. Un regalo.
Poi finì. Uno si sciacquò, l’altro anche. Uno si asciugò, l’altro anche. Sotto gli asciugamani le erezioni ancora parzialmente in atto continuavano ...