1. 166 - Don Marco in un collegio maschile e femminile.


    Data: 14/11/2020, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Incesti Lesbo Autoerotismo Gay / Bisex Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... come coltivare con il solo sguardo delle piantine che poco alla volta, divenute adulte, hanno iniziato a dare i loro frutti.EPISODIO UNOLa ragazza era molto bella, portava i capelli neri lisci e lunghi sulle spalle, anche gli occhi erano scuri e profondi e quando ti guardava, durante una interrogazione, usava le sue armi con molta abilità. Portava magliette per lo più di colore bianco, sempre molto attillate che le fasciavano il prepotente seno evidenziandolo in modo esponenziale.Le gonne corte facevano si che fin dal primo giorno di scuola, io, che ero il professore d'italiano, l'avessi fatta accomodare davanti a me nella prima fila di banchi.Ero a quei tempi un giovane prete, laureato in lingua italiana presso un'università esterna, frequentando poi in seminario un ulteriore corso di approfondimento sulla storia dell'italico verbo. Ventinovenne, con i capelli precocemente brizzolati e un fisico aitante. Dentro ai calzoni e sotto la tonaca nera, una impellente voglia di fare l'amore con una donna.La giovin ragazza, si chiamava Serena, era un po' innamorata di me ed aveva capito che io avevo un debole per lei. Spesso, durante le mie lezioni, le sue gambe velate da calze autoreggenti di nylon trasparente, si aprivano per mostrarmi �involontariamente� le sue candide mutandine.Io seduto alla cattedra, a volte balbettavo impacciato e imbarazzatissimo. Lei mi vedeva arrossire, comprendeva il mio stato e con un sorriso chiudeva le gambe. Mi provocava ed io, chiuso nella mia ...
    ... spartana cameretta, mi masturbavo, chiedendo poi puntualmente perdono a Dio.Di tutti gli allievi compilavamo ad inizio anno un libretto personale con i loro dati anagrafici e le loro attitudini scolastiche. Sul libretto di Serena avevo scritto: Portata per lo studio delle lingue.Era maggio e ci fu il torneo di volley di fine anno. Lei era parecchio alta ed era anche molto brava in quella disciplina sportiva. Durante la partita in pratica io seguivo solo lei, i miei occhi si fissavano sulle sue curve, sul suo sedere che spesso, piegata in avanti in attesa di far ricezione, mostrava in modo molto provocante. Le sue tette ad ogni salto ad ogni piccolo movimento ballavano in modo molto eccitante ed io tentavo inutilmente di reprimere la dura bestia che si inalberava dentro le mie mutande. Quei pantaloncini attillatissimi si incuneavano fra le nascoste pieghe del suo inguine e lei con il dito medio infilato sotto al tessuto birichino li andava sistemando meglio. Terminò la partita e sentii le voci festose delle ragazze negli spogliatoi festeggiare l'importante vittoria. Dalla tribuna, ormai solo, vidi le atlete uscire ad una ad una dagli spogliatoi, i capelli ancora bagnati e i visi raggianti e felici. Mi accorsi però di non aver visto uscire Serena, così scesi dalla tribuna e mi affacciai alla porta dello spogliatoio. Lo stanzone pieno di vapore era interamente vuoto, un solo armadietto aperto e una borsa a terra con sopra alla rinfusa un paio di pantaloncini e una maglietta della ...
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