1. Lontani ricordi - il motoraduno (prima parte)


    Data: 19/11/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: ghibellino

    ... e nelle gonadi. Non pensai più a quello che era successo e che mi aveva così turbato appena qualche decina di minuti prima. Rientrai al campeggio per l’ora di cena. Soltanto allora Walter e quello che era successo con lui tornarono ad essere al centro dei miei pensieri e anche di qualche interrogativo su di me e sulle mie reazioni. Ancora una volta lo trovai seduto in terra, appoggiato al platano. A vederlo provai una strana e controversa sensazione, un misto di imbarazzo e di eccitante e virile complicità. Fu lui a rivolgermi subito la parola non appena sceso dalla moto.
    
    “Che ne dici se andiamo a mangiarci una pizza? Mi è stata consigliata una pizzeria qua vicino che pare faccia delle quattro stagioni formidabili”.
    
    Rimasi stupito della sua assoluta imperturbabilità, proprio mentre io invece stavo faticando a mantenere la mia e continuavo a chiedermi se non stesse uscendo una qualche mia natura finora rimasta sepolta. Certamente non potevo negare a me stesso che l’esperienza mi era piaciuta, e mi era piaciuta molto.
    
    “Mi sembra un’ottima idea” risposi con finta disinvoltura.
    
    Al tavolo, in attesa della pizza, sorseggiando una birra di proporzioni bavaresi, riuscii a trovare il coraggio di sputare il rospo:
    
    “Non so cosa mi sia preso oggi, ma, senza offesa, io non sono omosessuale. Ma è vero che tra una settimana ti sposi? Oppure me lo hai detto per abbassare le mie difese?”
    
    “Tra due settimane mi sposo, non una. E nemmeno io sono omosessuale.”
    
    La sua ...
    ... risposta mi sconcertò. Tutto qui quello che aveva da dire? Liquidava la cosa così, come se fossimo due ragazzini che si sono fatti una sega di nascosto?
    
    “Ah non sei omosessuale? E allora quello che è successo oggi come lo chiami?”
    
    “Imprinting” rispose serafico, senza aggiungere altro.
    
    Il mio stupore aumentò, stava quasi per sfociare in irritazione, ma l’arrivo del cameriere con le pizze prevenne ogni mia replica. Dovetti aspettare che si fosse allontanato prima di formulare la più logica e conseguente delle domande:
    
    “Mi puoi spiegare questa storia dell’imprinting, o sono troppo indiscreto?”
    
    Rimase un attimo in silenzio a riflettere mentre masticava il suo primo boccone di quattro stagioni, poi rispose:
    
    “Per la verità sì, sei un po’ indiscreto, perché mi chiedi qualcosa che solo due… tre persone conoscono. Ma posso anche raccontartelo, tanto sei uno sconosciuto e quando ripartiremo da qui non ci vedremo più. E poi credo anche di dovertelo. L’imprinting di cui parlo è ovviamente quello sessuale. A diciotto anni ero ancora un bambinone, figlio unico di genitori anziani, cresciuto in un ambiente un po’ vittoriano dove era sconveniente anche solo accennare ad argomenti che avessero lontanamente a che vedere col sesso. Non avevo ancora un orientamento sessuale di alcun tipo, sfuggivo le ragazze perché ne avevo paura, con gli amici, che poi erano solo qualche compagno di scuola, ero più che riservato. Mi trovavo questo coso tra le gambe sempre in tiro e mi causava un ...
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