Lontani ricordi - il motoraduno (prima parte)
Data: 19/11/2020,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: ghibellino
... che io faccia altrettanto” penso, ma non me la sento. Cerco di seguire il suo consiglio e di lasciarmi andare al tocco della sua mano, che sembra sapere molto bene come prolungare il piacere, quando accelerare e quando fermarsi un attimo per impedire la fine del gioco. Finalmente mi arrendo alla sua carezza e per giustificare ai miei occhi questo abbandono mi dico che da almeno una decina di giorni non faccio sesso, e che in fondo una mano che masturba è sempre una mano che masturba, a chiunque appartenga. Adesso non è più solo una mano, è la punta di una lingua quella che sfiora leggera il frenulo e mi strappa un gemito ancora più forte. Una lingua sapiente che si fa più audace, scorre lenta lungo l’asta fino ai testicoli e poi risale. Ed è una bocca, una bocca a quel punto attesa e desiderata, quella che avvolge il mio membro e lo succhia e lo lappa con forza e delicatezza. Ormai è solo il desiderio di sesso quello che m’invade il cervello, comanda e muove le mie azioni. Allungo la mano a cercare il suo sesso rigido. “In fondo non è molto grosso” mi dico, come se questo rendesse il mio atto meno “da omosessuale”, e comincio a masturbarlo con la frenesia che sgorga dal piacere che Walter sta dando a me. Il mio gesto, forse inatteso, gli provoca come una scossa che si trasmette dalla sua bocca al mio membro. Un brivido mi corre lungo la schiena, fino ai testicoli e un orgasmo dirompente gli riempie la bocca. Non ho ancora finito di venire che avverto gli spasmi del suo ...
... piacere e un abbondante fiotto liquido colpisce il mio braccio e bagna la mia mano. Col respiro affannoso restammo ancora nella posizione nella quale ci aveva fulminato l’orgasmo. Sentivo il suo membro nella mia mano bagnata e appiccicosa farsi tenero e ancora più piccolo; mentre il mio si stava riducendo, annegato nella sua bocca piena del mio sperma. Ci separammo per rimetterci supini sui materassini. Walter mi porse dei fazzoletti di carta con i quali pulii la mia mano, mentre lui si asciugava le labbra.
“Questa proprio non me l’aspettavo” fu tutto quello che riuscii a dire mentre mi tiravo su il costume.
“Se devo essere sincero nemmeno io” fu la sua risposta. Mi chiesi se fosse davvero sincero.
“Non ti è piaciuto?” mi domandò mentre uscivo dalla sua tenda col mio materassino.
“Anche troppo” fu la risposta che mi uscì di getto, prima che riuscissi a trovarne una più diplomatica.
Ora che l’eccitazione era passata mi sentivo sconcertato; dovevo elaborare quello che era successo. Troppo forte era stata la sorpresa per le mie impreviste reazioni di fronte all’approccio di Walter. Mi vestii velocemente, presi la moto e uscii dal campeggio proprio nel momento in cui rientrava la rumorosa truppa dei motoradunisti dal tour nel Montefeltro. A caso mi diressi verso nord, in direzione Cesenatico-Cervia. Niente più di un giro in moto può favorire un reset mentale. Bastarono pochi chilometri perché avvertissi per intero la piacevole sensazione di sentirsi scarico, nella testa ...