1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... andati a letto ridendo nel commentare le scenette di un vecchio film di Totò che avevamo visto in un canale televisivo locale. A volte si dice il caso, il film era intitolato “47 morto che parla”. Invece la mia Ester si è addormentata e non ha parlato più. Mi consolo pensando quanto la sorte sia stata benigna con lei. Molte volte mi aveva espresso il desiderio di lasciare questa vita addormentandosi. Così è stato. La mia Ester, gran donna. Un po’ pignola ma di cuore generoso. Beh arrivederci giovane.» «Buona serata signore», rispose Mauro notando quanto luccicassero gli occhi dell’anziano. «Le auguro di vincere.» «La ringrazio e si rammenti: gli italiani si riducono di numero perché cani e gatti rimpiazzano sempre più i bambini nelle loro case. Ora si prepari a rimanere di stucco: capello bruno, seno formoso e cuore generoso. Silvia somiglia alla mia Ester quand’era giovane, alta e armoniosa.» L’anziano si congedò dal ragazzo col cuore pesante. Di lì a poco si sarebbe concentrato a imprimere la forza giusta alla boccia per non rammentare che quando vivi tanto tempo con una persona, impari persino a riconoscere, anche tra mille, quel rumore che solo lei provoca per aprire un cassetto. Piccole cose misteriose che rimangono appiccicate nella mente come una conchiglia fossile nella pietra. Stupore e imbarazzo Al terzo piano, a lato di una porta che rivelava segni di vetustà anch’essa, Mauro vide affissa una targhetta sulla quale un ragno ballerino aveva fatto sosta. FNEI: ...
    ... Federazione Nazionale Ecologista Italiana. DELEGAZIONE PROVINCIALE. Premette il campanello e attese guardandosi attorno. Notò che l’intonaco del muro si sbriciolava in più punti ed era macchiato da chiazze di muffa. “Sarà che qui possano fare qualcosa.” Un ticchettio proveniente dall’alto attirò la sua attenzione. Fuori del lucernario, sporco di guano, intravide la sagoma di una tortora domestica. La bestiola cercava di staccare qualcosa dal vetro a colpi di becco. Continuò a osservare l’uccello finché una voce femminile lo fece sobbalzare. «Benvenuto in piccionaia.» La ragazza, apparsa sulla soglia dell’uscio, indossava jeans neri e calzava scarpe sportive. Aveva la pelle del volto ambrata e la sua T-shirt, di un luminoso ciclamino, era tesa da un seno prosperoso. «Buonasera mi chiamo Silvia, Silvia Colombo. Tu?» Mauro rimase colpito dalla statura della giovane, nondimeno sostenne il suo sguardo, reso pungente da occhi con iridi tanto scure che mal si distinguevano dalle pupille e che lo osservavano con un’espressione somigliante al sorriso. «Ma… Mauro Falaschi», rispose quasi balbettando. «Ho telefonato per il problema della diga, poco più di un’ora fa.» Sebbene avesse riconosciuto la voce, preferì soggiungere: «Credo mi abbia riposto lei.» Osservò l’armoniosità con la quale i capelli neri, leggermente mossi, le fluivano sul petto e le spalle e quanto l’ampio arco delle sopracciglia brune valorizzasse il volto di un ovale quasi perfetto. Accortasi dell’imbarazzo che esprimeva ...
«12...131415...268»