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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... l’ospite, la ragazza annuì con un breve cenno del capo e non indugiò a sollecitarlo perché si accomodasse, reclinando il capo con una mossa che le conferì un’aria quasi leziosa. Le sue labbra piene si schiusero in un sorriso e scoprirono denti candidi che spiccarono sulla pelle ambrata del volto. Percorsero un corridoio pavimentato di mattoni consunti, sul quale doveva essere stato passato da poco lo straccio perché era lindo ed emanava odore d’essenze profumate. L’ambiente prendeva luce da una lampada a basso consumo energetico che ciondolava appesa al solo filo della corrente. Entrarono in un ampio locale le cui pareti erano vivacizzate da poster raffiguranti paesaggi immacolati o catastrofi ambientali su cui spiccavano frasi ecologiste. Attigua a un’ampia finestra giganteggiava una massiccia scrivania; accanto ad essa tastiera e monitor di un computer occupavano un tavolo più basso. Una scaffalatura metallica adibita a libreria e una fila di seggiole addossate a una parete, diseguali per forma e materiale completava l’arredo. «Non avrei aperto», ammise Silvia «se fossi venuto senza avvisare. Oggi sono sola e con tutto quel che succede è meglio essere prudenti.» «La capisco signorina», convenne Mauro con un tono compito. «Puoi darmi del tu», lo sollecitò lei per attenuare il disagio che gli leggeva nello sguardo. Poi gli chiese se "Falaski" fosse un cognome d’origine slava?» «No si scrive con la ci e l’acca. È un cognome italianissimo. Suppongo che qualcuno dei miei ...
... ascendenti facesse il mestiere di rivestire i fiaschi col falasco, una pianta palustre utilizzata per impagliare.» «Ragionamento più che giusto», commentò Silvia «I cognomi, un tempo, erano spesso attribuiti in base al mestiere che una persona praticava. Mauro prendi una seggiola e accomodati.» la ragazza si sedette dietro la scrivania, spostò un posacenere da una parte all’altra del ripiano con un gesto compulsivo, poi fece un commento sullo stato dei gradini per non far languire la conversazione. «Specialmente quelli della prima rampa sono malridotti. Voglio sperare che tu non sia caduto.» «No ma c’è mancato poco», ammise Mauro mostrandole un timido sorriso. «Lo immaginavo. Volevo avvertirti che ci stessi attento quando hai telefonato, poi ho pensato che non saresti venuto. Accade spesso che le persone telefonino per informarci che passeranno in sede per parlarci di un problema ambientale ma non lo facciano. Forse ci ripensano perché non vogliono esporsi per il timore di farsi inimicizie. Un giorno venne un tale a lamentarsi della sporcizia che un suo vicino di casa abbandonava nei dintorni delle loro abitazioni ma si negò quando gli chiedemmo di accompagnarci a fare un sopralluogo. Pretendeva ci andassimo noi. Evidentemente non voleva rischiare di essere notato in nostra compagnia e passare da spia. Scusami se mi sono prolungata a spiegarti come si comporti la gente. Tu sei l’eccezione che conferma la regola. E perdonami ancora per non averti avvisato degli scalini.» «Anche un ...