-
Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... signore anziano, che abita al piano di sotto, mi ha avvisato di starci attento.» «O’Ssignur hai incontrato l’Allegrini! É un tale chiacchierone che quando capita d’incontrarlo si spera che scatti l’interruttore a tempo, così si può sgattaiolare con la scusa di andare a riaccendere la luce. Non ti nascondo che mi soffermo a parlarci un po’, qualche volta. Credo di rimanergli simpatica.» «Simpatica è dir poco», chiosò Mauro. «Mi ha detto che quando ti vede gli si chiude la bocca dello stomaco per il dispiacere di essere invecchiato. Poi mi ha confidato che le rammenti sua moglie Ester.» «Lo so Mauro. Mi ha fatto vedere le sue foto da giovane. Era una bellissima donna.» Silvia sorrise amaramente e gli domandò se gli avesse raccontato dell’amore eterno che provava per lei. A un cenno affermativo di Mauro commentò: «Ora il suo sentimento si è trasformato in venerazione. Si reca al cimitero tutti i giorni e conversa con lei dei fatti quotidiani, del ragù che non gli riesce buono come lo faceva lei o cose del genere ma dimmi: «Te la sei dovuta sorbire la tiritera dell’invasione extracomunitaria?» Mauro assentì sorridendo. «Lo immaginavo non fa che parlarne. Per lui l’emigrazione è una piaga ma non passa settimana che non porti del cioccolato ai bambini stranieri che abitano ai piani inferiori. Il suo è un falso razzismo e credo che quell’argomento gli serva per attenuare la solitudine.» «Capisco», disse Mauro. La semplicità con la quale si esprimeva la ragazza lo metteva suo agio. ...
... «L’Allegrini mi ha pure riferito che siete rumorosi e che la persona più silenziosa sei tu.» «A dire il vero non ha torto. Di solito facciamo le riunioni dopo cena e non finiamo prima di mezzanotte. Capita che qualcuno trascini le sedie invece di sollevarle e lui reagisce battendo una pertica sul soffitto.» Risero immaginandosi l’energica reazione del coinquilino, poi indugiarono a osservarsi senza battere ciglio. Silvia avvertì una sensazione strana pervaderla come di languidezza. Ravviò i capelli con gesti quasi nervosi e gli domandò per superare l'istante: «Allora, Mauro, veniamo al probl...» La sedia dell’ospite scricchiolò e lui finì sull’impiantito, accompagnato da rumori di legno spezzato. Silvia si precipitò a prestargli soccorso ma nel tempo che impiegò per aggirare la scrivania, Mauro si era rialzato. «Ti sei fatto male?» chiese, sostenendosi la fronte in un gesto mortificato. «Non è niente», rispose lui arrossendo di vergogna. «Più di una volta mi sono raccomandata che la rompessero ma tu dovevi scegliere proprio questa sedia?» «Come caz… come potevo immaginare che si sarebbe sfasciata?» reagì lui con un guizzo d’orgoglio. «Oddio scusami. Ci sono rimasta così male da non sapere che cosa dire.» Indugiarono a scambiarsi sguardi imbarazzati mentre raccoglievano i rottami e li spostavano in un angolo. La dimensione comica dell’accaduto prese infine il sopravvento e proruppero in una risata. Proprio per quel fatto Mauro riuscì a superare la sua indole emotiva. Divenne ...