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Sole di Maggio
Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI
... loquace e tirò fuori persino qualche battuta. Prese un’altra sedia e la sbatacchiò più per l’intento di dimostrarsi spiritoso che per saggiarne la resistenza. «Ora puoi stare sufficientemente tranquillo. Le altre sono stabili», lo rassicurò Silvia. Mauro la osservò incantato. I gesti della ragazza erano armoniosi, limpida la sua voce. «Purtroppo le nostre risorse economiche non ci permettono di avere poltroncine da sala ma almeno abbiamo una sede», spiegò Silvia. «Un nostro socio, proprietario del palazzo, ci ha concesso questo locale in comodato, almeno finché non deciderà di restaurarlo o venderlo perciò non possiamo lamentarci se abbiamo qualche sedia sgangherata.» «Però mi risulta che siete determinati», commentò Mauro. «Vi ho telefonato perché il Corriere della Provincia parla spesso delle vostre iniziative. Una volta vi ha definito “irriducibili combattenti ecologisti”.» «Addirittura! In quale occasione?» domandò Silvia. «Circa un anno e mezzo fa quando vi sdraiaste davanti le ruspe per difendere gli argini di un torrente.» «Non ero ancora socia del circolo. Mi sono iscritta qualche mese dopo, però me l’hanno raccontata quella vicenda.» «Siete riusciti a impedire i lavori?» «Macché! I promotori del progetto hanno persino tacciato la nostra associazione di faziosità, integralismo estremista e incompetenza. A detta loro il rifacimento di quegli argini avrebbe salvaguardato l’ambiente dagli straripamenti e la vegetazione alloctona tagliata sarebbe stata sostituita con ...
... specie autoctone. Per ripiantare alberi autoctoni», seguitò Silvia «hanno abbattuto migliaia d’acacie che sono le piante più adatte a tenere salde le sponde dei corsi d’acqua. Ora quel tratto di torrente sembra un canale della Val Padana, i pesci non ci sono più e le sponde franano. Vuoi sapere qual è stata la fine che hanno fatto gli alberelli autoctoni che sono stati piantati? Nessuno ha pensato a innaffiarli e il sole dell’estate li ha disseccati.» Con tono sdegnato commentò: «Hanno pure avuto il coraggio di chiamare quello sfacelo “risistemazione idraulica ecologica”. Purtroppo gli interessi che stanno dietro tanti lavori, ci consentono di fare ben poco», gli riferì Silvia a malincuore. Quasi estraniato da quell’ultima frase, Mauro notò, più di quando era apparsa sull’ingresso, quanto fossero scure le sue iridi. «Mauro mi ascolti?» disse lei vedendolo distratto. «Scusami Silvia. Mi sono fatto prendere dall’abitudine di osservare e tu hai le iridi così scure che sembrano grani di liquirizia. Un lieve rossore apparve sulle gote di Silvia. «Mauro, se volevi mettermi in imbarazzo, ci sei riuscito.» «Non ne avevo l’intenzione» commentò lui. «L’osservazione è spontanea per chi dipinge.» Le sopracciglia di Silvia s’inarcarono in un’espressione stupita. «Ciumbia, sei pittore di professione?» «Metà.» «Che intendi dire Mauro?» «Ho frequentato l’Istituto d’arte e ora lavoro assieme a mio padre. Restauriamo mobilia antica ma dedico del tempo anche alla pittura e ho l’opportunità di ...