1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... porco diavolo! Dottor Vignani il Raffa mi sta dicendo che la sua ragazza è stata morsicata da una vipera.» «Pronto Mauro? Dove l’ha morsicata?» «Nella gamba destra, tra la coscia e la natica.» «Sei sicuro che si tratti di un aspide?» «Ci sono i segni dei denti veleniferi e in quel punto la gamba sta diventando livida e gonfia.» «Praticale un’incisione tra un foro e l’altro se hai qualcosa che tagli. Devi fare scorrere il sangue senza succhiare la ferita.» «L’ho già fatto.» «Benissimo. Non le succederà niente. Stai tranquillo. Avverte sintomi?» «Ora non saprei dirle. Mi sono allontanato perché non c’era campo nel punto in cui eravamo ma era pallida, aveva forti dolori alla gamba e sentiva freddo.» «Dove vi trovate?» «In Valcorniola presso la vecchia casa di Pansecco.» «So dov’è. Pensi che l’ambulanza possa risalire la carrareccia?» «È troppo accidentata, occorrerebbe un fuoristrada per arrivare almeno sino al pianoro.» «Faremo di tutto per raggiungervi. Ora corri dalla tua ragazza e lavale immediatamente la ferita. Silvia giaceva bocconi, un braccio a coprirsi gli occhi come per ripararsi dalla luce. Sollevò il capo nel sentirlo avvicinare. «Mauro, sei riuscito a telefonare?» Vedere il pallore del suo viso, sul quale spiccavano labbra bluastre, Mauro si sentì serrare lo stomaco ma cercò di sorriderle. «Silvia tra poco saranno qui. Il dottore ha detto che non devi preoccuparti. Ora ti lavo la ferita.» «Mauro hai il viso insanguinato.» «Sono caduto. È soltanto un graffio.» ...
    ... «Non mi pare solo un graffio…» «Silvia non preoccuparti per me.» Le guardò la gamba. Notò che l’emorragia provocata dal taglio si era interrotta ma l’edema e l’ecchimosi si estendevano. La gola se la sentiva tanto arida da non riuscire a inghiottire. Iniziò a pulirle la ferita con un tovagliolo bagnato d’acqua minerale. «Mauro non sento la gamba. Ho una sete terribile.» Mauro corse a prendere un bicchiere. «Prova a bere amore.» Sostenendole il capo poggiò il bicchiere sulle sue labbra. Silvia inghiottì con fatica, a piccoli sorsi. «Mauro perché mi sento così male?» «Non lo so.» La sostenne di spalle per aiutarla a respirare. «Cribbio che ci fosse la fregatura dietro tutta questa felicità, lo temevo. Questo significava la luce che svaniva nel tuo sogno.» «Silvia cerca di resistere e rimanere calma, non pensare ad altro.» «Mauro, rivestimi, non voglio che mi trovino nuda.» Mauro lo fece alla meglio col pianto che gli velava la vista. Tornò a sostenerle le spalle piangendo sommesso. Le lacrime si mescolarono al sangue semi rappreso. Cominciava a domandarsi fino a che punto il cervello umano potesse sopportare la consapevolezza dell’impotenza, prima che si spezzasse come un elastico troppo teso. «Mauro stai piangendo.» «Sono gocce di sudore.» «Sono lacrime invece.» «Silvia mi sento impotente. Più di così non posso aiutarti.» «Non disperare, ho la pellaccia dura. Ora vestiti anche tu ma prima vai a lavarti. Il sangue ti è colato dappertutto.» «Ce la fai a respirare se ti metto giù?» ...
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