1. Sole di Maggio


    Data: 19/11/2020, Categorie: Sentimentali Autore: CLAUDIO TOSCANI

    ... adoperava per innaffiare il giardino, ne tagliò un pezzo e si mise alla ricerca di recipienti. Trovò un contenitore vuoto di candeggina da due litri e una piccola tanica mezza piena d’acqua distillata. Versò per terra il liquido, infilò un’estremità della canna nel serbatoio dell’auto e succhiò per travasare benzina nei recipienti. Poi si diresse verso la Valcorniola. Usava le sue energie mentali per pensare che soltanto dalla vendetta potesse venirgli un po’ di sollievo. “Silvia morirà, a vent’anni, infinite volte, per colpa tua, maledetta Valcorniola ma anche tu sarai destinata a bruciare in eterno.” Dalle finestre di casa non filtravano luci e l’auto di Mauro non era nel cortile. Manuela e Stefano si precipitarono nella rimessa. Furono investiti da un acre odore d’idrocarburo. Sull’impiantito videro la chiazza d’acqua e il pezzo di canna. «Mauro ha tolto benzina dal serbatoio», disse Stefano. «C’è da pensare che voglia bruciare qualcosa.» «La Valcorniola», disse Manuela tremante. «Sai come si faccia ad arrivarci?» Lei era rimasta talmente impietrita da non riuscire a memorizzare le parole di Stefano. «Manuela, rispondimi, non c’è tempo da perdere. Conosci la strada per andare in Valcorniola?» «Sì. Corro in casa a prendergli una maglia.» «Non c’è tempo.» Lei riuscì ad afferrare uno spolverino di suo padre prima che Stefano la strattonasse. Mauro conosceva così bene la zona che la sua minuscola pila era sufficiente a tenerlo sul sentiero. Procedeva metodico, accompagnato ...
    ... dall’ansito del suo respiro, maledicendo Dio e tutti quelli che speravano nella sua misericordia. Si fermò sopra la cateratta. Nell’aria c’era fragranza di fragole selvatiche e l’acqua del torrente odorava di alghe novelle. Che cos’era quel sottile profumo che ora coglieva, predominante sugli altri, come volesse mantenere la sua unicità. Fiutò. Sì, era il profumo di Silvia che ancora pervadeva il vallone e che sarebbe rimasto lì, in eterno, dominando anche quello acre della cenere, dopo che lo avrebbe bruciato. Il rumore dell’acqua gli parve odioso. Quante volte, senza averglielo detto, gli era sovvenuto di immaginare che le insegnasse a dipingere la casupola di Pansecco, in autunno. “Ora vela d’azzurro la parete in ombra” “Perché Mauro?” “Le parti in ombra richiamano sempre un po’ di colore del cielo. Ecco, così, con mano leggera. Ciumbia come sei brava. Questo quadretto sarà luminosissimo.” Forse, Silvia, non era mai esistita. L’affabilità di suo padre, la gentilezza di sua madre, la giovialità della sorella, la simpatia di nonna Martina, e Lorenzo, con le sue estroverse battute, erano stati un sogno. Ora quel luogo che lei avrebbe voluto chiamare “Valle della Luce”, doveva essere divorato dalle fiamme e lo voleva osservare mentre ardeva fino a che non si fosse spenta l’ultima fiammella. Non c’era che da raggiungere il suo cuore: la fitta pineta. Strinse le dita attorno ai contenitori e riprese il cammino. Giunse in un punto in cui gli alberi lasciavano spazio al cielo. Gli ...
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